Eriksson, anche l’Olimpico pronto a onorarlo: cosa succederà in Lazio Sassuolo

Il tecnico svedese ha raccolto l’invito della società, tornerà nella capitale aver assistito al derby della passata stagione deciso da un gol di Zaccagni
Daniele Rindone
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ROMA - Quel sentimento forte non ci lascia, torna a prenderci. Quanto amore per gli eroi eterni del ‘74. Lo stesso amore per Sven. La prodigiosa convergenza di trascendenza e appartenenza continua. La montata delle lacrime tornerà a riempire gli occhi dei laziali quando Sven Goran Eriksson apparirà all’Olimpico prima della gara con il Sassuolo. Ha risposto all’invito della società, sarà a Roma per l’ultima giornata del campionato, data e orario della partita sono ancora da fissare. Le squadre che saranno in lotta, per Champions, Europa o salvezza, giocheranno in contemporanea, solo questo è dato sapere. Eriksson, mister scudetto 2000, chiuderà il Grand Tour che l’ha visto ospite del Liverpool, del Goteborg, del Benfica, della Sampdoria. Non può mancare l’indimenticabile passerella dell’Olimpico laziale.

Eriksson, affetto e malinconia

Mi ritorni in mente. Stiamo assistendo ad un viaggio di ritorno degli eroi per i quali la storia e la vita reclamano il loro tributo. Discendenze, partecipazione. Si è pianto e riso insieme ai ragazzi del ‘74, tutti figli di Maestrelli. Si piangerà e riderà con Sven per un lungo momento, in un abbraccio che sarà un gomitolo di ricordi e nostalgia intriso dalla malinconia dell’ultima festa, sperando non lo sia. Eriksson nei mesi scorsi ha annunciato di combattere un tumore, di non sapere quanto gli resti. Tutto il mondo del calcio lo ha invitato a percorrere indimenticabili passerelle. Aveva espresso il desiderio di sedersi sulla panchina del Liverpool, è stato esaudito. Ha guidato le leggende Reds contro l’Ajax in un match di beneficenza. La panchina di Anfield è stata del tecnico svedese. Tutti in piedi per onorarlo. A Genova era accompagnato da Mancini. Sotto la Sud l’inchino e il saluto ai tifosi. La sua vita di uomo era stata un lungo e costante cammino che continua a percorrere. E’ tornato dove tutto è cominciato, dove tutto è proseguito. E la Lazio, ricordando il dream team degli anni 2000, sarà la tappa finale di questo tour iniziato nella stagione degli affetti. Tornerà poco più di un anno dopo, in effetti la prima tappa dei suoi viaggi (ma non aveva ancora reso nota la malattia) era iniziata all’Olimpico. Il 19 marzo 2023 aveva assistito al derby, era stato fotografato davanti ai trofei laziali e la Nord l’aveva accolto con amore. Partire, si dice, è un po’ morire. Tornare, forse, aiuta a rivivere.

Sven, l’allenatore più vincente della storia laziale

E’ difficile dire a parole quello che i laziali hanno provato quando Sven ha svelato il segreto che teneva custodito. Gli hanno rivolto tantissimi messaggi. E’ la parte più vincente di ciò che è stata la Lazio negli ultimi 25 anni. L’abbraccio che gli verrà riservato sarà diverso da quello di ringraziamento dedicato agli eroi del primo scudetto. Sven, l’uomo del secondo, avrà un abbraccio che sarà soprattutto un volerlo confortare e proteggere. E’ il sentimento affettuoso che merita. Una ragione in più per essere allo stadio nel giorno di Lazio-Sassuolo, partita che definirà anche il futuro della squadra. C’è malinconia di un passato di grandezze lontane. Ma ricordando questi eroi, una luce di speranza può accendersi. Il lampo di «come eravamo» è il lampo di come vorremmo che la Lazio tornasse a essere. Ecco perché tutti i laziali si sentono come in questi giorni.


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