Mandzukic lega come sempre fase offensiva e difensiva. Chiellini autoritario. I migliori e i peggiori della semifinale di ritorno di Champions League (a cura di Antonio Barillà e Andrea Ramazzotti)

Mandzukic 7,5. Lega come sempre fase offensiva e difensiva, ma nella prima parte del match punge in modo particolare: sbuca davanti a Subasic che miracolosamente fa scudo, chiude di testa appena fuori. Infine sblocca ribadendo in rete dopo una prima respinta del portiere. Resta impigliato negli occhi un lancio da sessanta metri per il Pipita.

Sidibé 5. Un tempo, il primo, esterno a destra a centrocampo; un altro, il secondo, da terzino sinistro. Tocca pochi palloni e non fa molto per farsi notare. Un paio di cross fuori misura e sull’1-0 di Mandzukic non chiude sull’inserimento del croato.

Falcao 5. Nella morsa della BBC finisce stritolato. Perde quasi tutti i duelli, vede pochi palloni e, invece che... El Tigre, sembra... un agnellino.

Glik 3. Salva un gol su Higuain con un bell’intervento, ma quando calpesta volontariamente il Pipita fa un gesto antisportivo talmente brutto da rovinare la sua prestazione. Meritava il rosso e una lunga squalifica. La Uefa si adoperi.

Allegri 8. Per la seconda volta in tre stagioni, pilota la Juventus in finale di Champions, è a un passo dallo scudetto e mercoledì si giocherà la Coppa Italia. Viene da sorridere, pensando alle critiche di mezza stagione: i fatti dicono che è uno dei migliori tecnici al mondo. Al di là delle intuizioni tattiche - anche ieri sera ha sovrapposto due moduli – sa trasmettere tranquillità e insieme caricare: non ha smesso di sbracciarsi e di urlare nemmeno quando Cardiff era certa. Lascia sempre la scena alla squadra: giusto, in questo momento felice per il mondo bianconero, metterne in rilievo i grandi meriti.

Jardim 5.5. Rispetto all’andata cerca di cambiare assetto e squadra, ma fallisce la sua missione perché il divario tra le due formazioni è troppo netto. Il Monaco in difesa fa acqua da tutte le parti e senza Subasic il passivo sarebbe stato decisamente più pesante. L’infortunio di Dirar nel pre partita certo non gli facilita il compito, ma se la sua squadra non centra la remuntada, certo la colpa non è dell’assenza del marocchino. Può consolarsi con la vittoria del campionato, strappato alla corazzata Psg, un trionfo ormai distante solamente 3 punti, a due giornate dalla fine (più un recupero).

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