"Ho un sogno nel cassetto", viaggio nel mondo del calcio

Il libro di Riccardo Sanna e Sergio Roticiani è aperto dalle riflessioni di Claudio Ranieri: «Un inno a quello che dovrebbe essere il calcio»
"Ho un sogno nel cassetto", viaggio nel mondo del calcio
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ROMA - “Ho un sogno nel cassetto” di Riccardo Sanna e Sergio Roticiani è un viaggio intenso, reale, “concre-to”, nel mondo del calcio. Leggendolo comprendiamo che certi valori legati a questo mondo sono tutt’altro che relegati al passato. Sono, al contrario, sempre attuali e attuabili, se lo vogliamo davvero.Il libro è aperto dalle riflessioni di Claudio Ranieri, allenatore tra i più conosciuti, e che tra l’altro scrive: “Le pagine che leggerete sono un inno a quello che dovrebbe essere il calcio”.
Seguono, poi, due introduzioni:
- Attilio Sorbi, allenatore professionista e Docente di Tecnica e Tattica Calcistica alla Scuola Allenatori del Settore Tecnico F.I.G.C., pone l’accento sul fatto che il calcio dovrebbe essere un gioco al quale avviare i nostri figli e invece sempre più spesso essi vengono spinti dai genitori perché de-vono raggiungere obiettivi considerati elevati. “Ovviamente” gli adulti ragionano sempre e solo in termini economici, e quindi per gli adulti “elevato” significa innanzitutto redditizio da un punto di vista economico;
- Maria Teresa Iannone, Bioeticista clinico e Responsabile per la Bioetica presso l’Ospedale Fate-benefratelli dell’Isola Tiberina di Roma, sottolinea che questo libro lancia con forza, tra gli altri messaggi, quello della necessità di dare il buon esempio. Inoltre, rientra nella natura umana la ten-denza alla solidarietà, alla cooperazione, all’amicizia, e quindi siamo chiamati a coltivare il più pos-sibile questi valori, queste tendenze.
La prima parte del libro, “Il Calcio è Poesia”, si apre riportando alla memoria azioni, gol, parate che hanno fatto la storia del calcio, e anche a distanza di molti anni riescono ancora ad emozionarci. Ci regalano, quindi, sogno, poesia, così come ci regala poesia “l’odore inconfondibile delle figurine Panini.” La seconda parte del libro, “L’importanza del buon esempio”, inizia con una frase che non potrebbe essere più chiara e netta: “Per ridare vita a un “nuovo” modello di Calcio in Italia, così come un futuro migliore, tutto deve ripartire da un concetto molto “semplice”: dare il buon esempio.” Nessun messaggio, in campo educativo, può essere efficace quanto quello del buon esempio, che però impegna tutti noi in prima persona. La terza parte del libro, “Allenare anzitutto noi stessi”, è la continuazione logica della seconda, e risponde alla pressante domanda: “Cosa si può fare?” Possiamo e dobbiamo innanzitutto educare noi stessi, e questo è possibile in ogni occasione legata al mondo del calcio: in campo e fuori campo. cento altre cose altrettanto importanti, e non vanno svilite in nome dell’ottuso rendimento in campo. La quarta parte del libro, “ScuolaeCalcio”, illustra una possibilità fattibile, possibile, attuabile fin da subito. Una Scuola Calcio nuova, basata su tre principi-cardine: educare, istruire e formare.  L’ultima parte del libro, “Un Calcio che Sogni”, per farci rendere ulteriormente conto che quello del calcio è un mondo che ha ancora tantissimo di sano da insegnarci. I sogni sono realizzabili, se si ha la voglia e la forza di coltivarli giorno per giorno. Non è un caso che la frase conclusiva sia: ““Avevo un Sogno nel cassetto. Ma ora è qui conme!”


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