Napoli, i boss della Camorra volevano ingaggiare Belen Rodriguez e Aida Yespica
Una lista con alcune tra le showgirl più famose sarebbe stata portata nel covo dei boss degli scissionisti, secondo alcuni pentiti, per l'organizzazione di feste con la loro presenza. In realtà non se ne fece niente e le ragazze non furono mai contattate. Belen si sfoga così dopo essere stata tirata in ballo per l'ennesima volta
NAPOLI - Belen Rodriguez, Aida Yespica, Valeria Marini, Barbara Guerra, Annalaura Ribas. Sono solo alcuni dei nomi che avrebbero fatto parte di un book fotografico portato da Raffaele Stanchi (narcos brutalmente ucciso a gennaio del 2012) agli Amato Pagano, i boss degli scissionisti di Secondigliano. Nessuna di loro è stata mai contattata, ma nelle intenzioni dei capi degli Amato-Pagano, c'era l'idea di organizzare feste con la loro presenza e offrirgli gettoni da 25mila euro. Questo emerge dai verbali depositati oggi al Tribunale del Riesame relativi a una maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli contro il riciclaggio di denaro sporco. Indagini che hanno portato, lo scorso 27 gennaio, all'arresto di undici persone ritenute vicine al clan.
LA SMENTITA - Nessuna festa è stata poi realmente organizzata e non c'è prova di avvenuti contatti privati tra starlette e gli scissionisti di Secondigliano. Tutte le donne e le persone coinvolte in questa vicenda smentiscono ogni rapporto con esponenti della camorra napoletana, rivendicando la propria estraneità rispetto all’esistenza di un book fotografico che peraltro non è mai stato trovato.
LO SFOGO DI BELEN - Dopo essere stata tirata in ballo per l'ennesima volta, Belen si sfoga con un lungo post su Instagram: «A tutti i detrattori che cercano di rompere la mia serenità e di sporcare il mio nome vi dico che non ci riuscirete mai, perché io mi sveglio mi guardo allo specchio e sono fiera del riflesso che vedo stampato ogni mattina. Aspetto solo con pazienza sulla riva del fiume veder passare tutti i cadaveri». E lancia l'hashtag #amenonmicompranessuno.