Bruxelles, un testimone degli attacchi: «E' stato un inferno, ma i soccorsi sono arrivati in ritardo»

All'aeroporto di Zaventem c'era anche il giornalista di Africa e Affari , Gianfranco Belgrano: «Ho avuto paura e la sensazione che il Belgio non fosse preparato a un evento del genere»
Attentato all'aeroporto di Bruxelles, le immagini della fuga dopo l'esplosione
Pasquale Campopiano
4 min

ROMA - «Ho avuto paura, tanta paura. Al Terminal A all'improvviso è stato l'inferno». Aeroporto di Zaventem, Bruxelles, otto del mattino. Il terrore prende corpo con due esplosioni ravvicinate proprio nell'area dedicata ai passeggeri in partenza, accanto al banco della American Airlines e della Brussels Airlines.

A quell'ora ci sono centinaia di persone in partenza, è una strage. Gianfranco Belgrano, giornalista di Africa e Affari, di ritorno dal Camerun per un viaggio al seguito del Presidente della Repubblica Mattarella, è lì al momento delle due esplosioni: «Ho visto gente che scappava ovunque urlando - ci dice al telefono dalla zona di evacuazione allestita all'aeroporto di Zaventem - e onestamente non abbiamo capito subito, io e le persone che erano con me, che cosa stava accadendo. Il primo impulso è stato scappare, c'era fumo e risuonavano gli allarmi, un grande caos».

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BRUXELLES SOTTO ATTACCO - Scoppia anche una terza bomba al centro della capitale belga, nella stazione metro di Maelbeek, a due passi dalle istituzioni europee, è una strage anche lì. Tra Zaventem e Maelbeek il bilancio provvisorio è di 34 vittime, l'Europa torna nel terrore dopo i fatti di Parigi del 13 novembre scorso: «Il problema - conferma Belgrano- è che le due esplosioni hanno fatto completamente crollare parte del soffitto del Terminal A dell'aeroporto. Cosa che sicuramente ha provocato ulteriori feriti se non anche morti. C'era un italiano che ho incontrato nel corso dell'evacuazione che mi ha raccontato di aver visto gente distesa a terra senza vita. Una strage, è stata una strage».

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RITARDO DEI SOCCORSI - In aeroporto è stata poi trovata una terza bomba che non è esplosa. La polizia ha evacuato lo scalo, interrotto i voli e i collegamenti ferroviari. Prima delle due esplosioni, secondo l'agenzia di stampa belga, si sarebbero sentite urla in arabo e spari:

«Abbiamo avuto tutti la sensazione che fosse qualcosa di molto grave. Adesso che è passata qualche ora posso dire che i soccorsi sono stati molto caotici, partiti sicuramente in ritardo. Ho avuto la sensazione - commenta Belgrano - che nonostante l'allerta massima il Belgio non fosse pronto a un evento del genere. La macchina dei soccorsi è stata molto caotica. Sono scattati due ordini di evacuazione, alcuni sono stati sistemati in un albergo, altri in un centro sportivo qui vicino, altri in una tendopoli allestita in eroporto per l'emergenza. La scena che ho in mente è quella di bagagli sparsi e abbandonati ovunque durante la nostra fuga. Adesso il problema è capire come rientrare in Italia, qui è tutto fermo anche perché si era sparsa la voce che potessero esserci degli attentatori all'interno dell'aeroporto. Ne sapremo di più a breve, per ora sembra di essere in guerra: ovunque c'è polizia ed esercito, una scena da film».

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