Oxfam contro la discriminazione delle donne nello sport

Domani pomeriggio (ore 19) convegno sul tema a Expo. Oxfam utilizza le discipline sportive non solo come strumento di aggregazione, ma anche per combattere gli stereotipi e la costruzione dell’immaginario dell’altro, specie del “femminile”.
Oxfam contro la discriminazione delle donne nello sport© Action Images / Reuters
Andrea Ramazzotti
3 min

MILANO - Domani ad Expo, presso l’Auditorium della Cascina Triulza, Oxfam presenta una riflessione sulla costruzione dello stereotipo femminile attraverso analisi e testimonianze dei protagonisti del mondo dello sport. L’evento inizierà alle ore 19 ed è realizzato in collaborazione con We-Women for Expo, nell’ambito delle Women’s Weeks. Interverranno Jo Ann Buysse, dell'Università del Minnesota e Gertrud Pfister dell'Università di Copenhagen insieme a Maurizia Cacciatori, ex pallavolista italiana, opinionista Sky Sport e ambasciatrice di Expo, Stefania Demetz, direttrice generale della Coppa del Mondo di Sci della Val Gardena, Melania Gabbiadini, calciatrice del Verona Calcio e capitano della nazionale azzurra e Barbara Ricci, Ceo SportWide Group. Modera Sabrina Gandolfi, giornalista Rai Sport e membro commissione pari opportunità UsigRai. Un contributo speciale arriverà da Francesca Schiavone, tennista e testimonial di Oxfam.


Nel settore sportivo, le diversità di genere sono così acute da confinare spesso con la discriminazione, la marginalizzazione delle donne in alcune discipline sportive e la riproduzione continua di cliché. In alcuni contesti sociali questa differenza può essere drammatizzata fino al punto di non consentire, non solo la pratica dello sport, ma anche la fruizione: come ad esempio nel caso di Ghoncheh Ghavami, la giovane irano-britannica, arrestata e ufficialmente condannata per aver assistito a una partita di pallavolo Iran-Italia, tenutasi a Teheran il 20 giugno 2014.  Gli esempi potrebbero essere molteplici ed è per questo che Oxfam e altre organizzazioni della società civile lavorano utilizzando le discipline sportive non solo come strumento di aggregazione e inclusione sociale, ma anche per combattere gli stereotipi e la costruzione dell’immaginario dell’altro, specie del “femminile”.


In Afghanistan, ad esempio, Oxfam ha sostenuto la Nazionale femminile di boxe in collaborazione con l’associazione locale Cooperation for Peace and Unity. Attraverso il lavoro della squadra di box e la determinazione del loro allenatore (uomo), una ventina di ragazze tra i 12 e 22 anni hanno avuto l’opportunità di uscire di casa, viaggiare verso le Olimpiadi e conquistare una propria dignità. Pur correndo rischi e affrontando le minacce del regime, lo sport ha rinforzato in loro, e nelle loro famiglie, la volontà di riscatto e il desiderio di lottare non solo per difendersi, ma anche per costruire un futuro diverso, migliore.


© RIPRODUZIONE RISERVATA