Malagò: «La Roma ha giocato male contro il Barcellona»

Il numero uno del Coni: «E' stato sbagliato l'atteggiamento al di là del risultato però è un dovere dei ragazzi rifarsi in campionato»
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ROMA - Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parla dopo il 6-1 subito ieri sera dalla Roma contro il Barcellona in Champions League al Camp Nou: «E' andata molto male, al di là del risultato, per l'atteggiamento. Lo sport però ha una grande forza - aggiunge il noto tifoso giallorosso - perchè ti da subito la possibilità di rifarsi, in campionato e passando il turno (in Champions, ndr) nonostante la brutta serata. E questo è un dovere per i ragazzi».

TERRORISMO - «Non penso che oggettivamente ci sia un problema attentati verso il mondo dello sport. Ma lo stadio è un luogo di aggregazione, il rischio c'è, però devo dire con onestà che il mondo dello sport era già preparato, non certo per gli attacchi terroristici ma per delle dinamiche interne». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un videoforum a Repubblica Tv, parlando degli attentati di Parigi. «Abbiamo visto che si è sventato un attacco in Francia e se n'è evitato uno in Germania - ha aggiunto. Dove ci sono più persone c'è un rischio maggiore, di conseguenza sapendo la forza del mondo dello sport che trascina migliaia di persone il rischio c'è. C'è un'ulteriore complicazione con i controlli, ma le statistiche dicono che è il posto più sicuro proprio per le barriere già predisposte a incidenti e situazioni a rischio. Credo che si rischi di andare incontro ad avere le stesse barriere che ci sono allo stadio e in aeroporto magari a un concerto o a uno spettacolo».

EUROPEI 2016 - Il numero uno dello sport italiano ha rassicurato anche sugli Europei 2016 di calcio, che si disputeranno proprio in Francia: «Non c'è un particolare pericolo per gli eventi sportivi. Non c'è dubbio che un problema di immagine si sia posto». Così Malagò ha risposto alle domande degli utenti dopo le gaffe ed episodi che hanno coinvolto il presidente della Figc Carlo Tavecchio. «C'è stato dispiacere e imbarazzo - rileva il capo dello sport italiano - e capisco il sentore di una parte dell'opinione pubblica ma ogni cosa va verificata nel suo contesto. Non ci sono i presupposti giuridici. Ho mai pensato di intervenire in maniera formale? È avvenuto e a più riprese». Quindi Malagò aggiunge: «Ognuno di noi sul proprio posto di lavoro ha un bonus, diciamo che lì siamo in piena riserva. Tre ori sui cui scommettere a Rio 2016? Paltrinieri, che ha dimostrato di essere il più forte, ma sarà durissima; il fioretto femminile anche se non abbiamo la competizione a squadre e poi la specialità dei tiri: mi stupirei se non uscisse qualcosa». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un videoforum a Repubblica Tv. «In questo momento siamo in linea con i risultati degli ultimi due-tre quadrienni olimpici - ha aggiunto -, in cui arrivati tra le prime 10 nazioni al mondo, quasi un miracolo considerando la realtà del Paese. A Londra abbiamo vinto 28 medaglie? Sembra che potremmo peggiorare qualche unità, ma sarei contento se ciò non avvenisse. Poi le medaglie si devono anche pesare", ha proseguito riferendosi al valore che avrebbe vincere negli sport di squadra.

PENNETTA PORTABANDIERA - «In passato la decisione è stata presa in massima parte dal presidente - ha rilevato -. Io invece ne parlerò in Giunta che, con May, Sensini e Turisini è espressione anche degli atleti». Inevitabile non parlare di Flavia Pennetta, che si è ritirata al termine della stagione che l'ha vista trionfare agli Us Open. «Un ripensamento? Sembra non ci sia speranza poi io sono uno di quelli che continua a pensare sempre di averla - ha concluso Malagò -. Le sue parole vanno in direzione opposta. La vedrò prossimamente. Ho il massimo rispetto, stiamo a vedere...»

CASO DOPING - «Se ricapitasse, tolleranza zero». Risponde così Malagò all'eventualità di un nuovo caso di doping azzurro alla vigilia di Rio 2016, come accaduto nel 2012 con Alex Schwazer: «Tutto può accadere ma mi stupirei molto - aggiunge -, sarebbe un fatto fuori dai miei schemi. Oggi sono riconosciuti a livello internazionale gli sforzi del nostro paese. A capo dell'antidoping c'è una persona così credibile e qualificata come il generale Gallitelli e abbiamo coinvolto un corpo prestigioso come i Nas. C'è grande volontà di trasparenza e gli atleti conoscono benissimo la governance del Coni». Inevitabile una domanda proprio su Schwazer che a fine aprile terminerà la squalifica per doping e che potrebbe qualificarsi per i Giochi brasiliani. «Sarei contento di vederlo lì? Sarei felice di vedere sia lui che qualsiasi altro atleta che ha completato un percorso e pagato il conto con la giustizia sportiva - risponde Malagò -. Se passa i cancelli dei tempi limite previsti e dimostra di avere i requisiti, sarei contento»

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