Atletica - Tamberi, attacco violento a Schwazer che torna

La Fidal irritata per la sortita del finanziere campione del mondo indoor di salto in alto. La squalifica del marciatore scade oggi: da un anno è sotto stretto controllo medico e dell'antidoping. Una garanzia per gli avversari
Atletica - Tamberi, attacco violento a Schwazer che torna
di Leandro De Sanctis
5 min
Non c’è pace per l’atletica italiana, galvanizzata dai Mondiali indoor e alacremente al lavoro per l’organizzazione dei Mondiali a squadre di marcia (a Roma il 7 e 8 maggio). Stavolta però, il malessere esplode dell’interno, per bocca del suo uomo più rappresentativo, il campione del mondo indoor di salto in alto Gianmarco Tamberi, che è intervenuto in prima persona su Facebook, postando un suo commento contro Alex Schwazer nella pagina “No, non ho mai pensato di doparmi”.  Il titolo della pagina Facebook è ispirato ad una frase effettivamente infelice del marciatore altoatesino («Chi non ha mai pensato di doparsi almeno una volta?»)
Parole durissime, alla vigilia della conclusione della squalifica del marciatore oro olimpico a Pechino 2008, che si esaurisce proprio oggi. «Vergogna d’Italia, squalificatelo a vita, la nostra forza è essere puliti, noi non lo vogliamo in Nazionale». Questo l’attacco di Gianmarco Tamberi. Coinvolto emotivamente dalla vicenda degli elusi controlli che ha ingiustamente messo alla gogna tanti atleti, tra i quali il fratello giavellottista Gianluca Tamberi, anche lui assolto proprio due giorni fa.
 
Inutile dire che l’uscita a sorpresa del suo attuale numero uno è stata accolta con stupore ed irritazione dalla Fidal, che sta lavorando duramente per organizzare a tempo di record i Mondiali di marcia, che Roma ha ereditato dopo l’esclusione della Russia da parte della Iaaf.
Non è una sorpresa che all’interno della Nazionale italiana ci sia una sostanziosa componente che ha sempre dimostrato il malcontento per il ritorno in azzurro di Schwazer. Molti atleti lo hanno detto e ribadito pubblicamente, anche in occasione del raduno propositivo che la Fidal organizzò qualche mese fa a Fiuggi. Forse è anche per questo che l’uscita di Tamberi ha colto in contropiede la Federazione, che attraverso il suo presidente Giomi, supportato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, è intervenuto più volte sull’argomento Schwazer, chiarendo, spiegando, commentando. Insomma, in questo momento, alla vigilia del Mondiale romano di marcia e a pochi mesi dall’Olimpiade di Rio de Janeiro, schierarsi contro il rientro di Schwazer nell’atletica e di conseguenza in Nazionale, significa anche mettersi contro la stessa Fidal. Mancando l’approfondimento di Gianmarco Tamberi, fanno fede le sue scarne  parole. Premesso che ogni opinione è legittima, è chiaro che una federazione non può lasciare che siano gli atleti a decidere chi va o non va in Nazionale. Per questo gli atleti verranno fermamente invitati a restare nel loro ambito, a preoccuparsi della loro attività, senza invasioni di campo.
S’impongono poi altre considerazioni, troppo spesso volutamente ignorate in questa crociata spietata contro Alex Schwazer. La rabbia iniziale era comprensibile, nei confronti dell’azzurro che aveva ceduto alla tentazione del doping. Ma nel tempo il linciaggio è aumentato, nonostante la scelta coraggiosa effettuata da Alex per tornare a marciare. 

Alex Schwazer è stato squalificato per tre anni e nove mesi, sospensione scontata. Scade proprio oggi. Schwazer non ha vinto nulla da dopato: avrebbe dovuto provarci ai Giochi di Londra ma fu bloccato prima. Non si è assistito a levate di scudi analoghe in occasione di altri ritorni di atleti caduti nelle maglie dell’antidoping. Ma lo stesso Alex disse chiaramente: «Anche a me dava fastidio gareggiare accanto ad atleti che erano stati dopati». Per questo ha scelto di tornare facendosi allenare da Sandro Donati, figura indiscubilmente limpida nella sua lunghissima battaglia contro il doping, e sottoponendosi (rinunciando anche al bonus delle “finestre” temporali) al continuo controllo di un’equipe medica, che lo ha testato senza preavviso. Alex Schwazer che torna sarà  un marciatore pulito. Non è colpa sua se le regole non prevedono la radiazione. Da Gatlin in giù, in tanti sono tornati a gareggiare e a vincere. E se la legge deve essere giustamente uguale per tutti, Schwazer merita una seconda chance. Anche se non risulta simpatico a molti e se molti non lo vorrebbero in azzurro.


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