Atletica - Schwazer potrebbe andare ai Giochi come la Bevilacqua nel '96

L'avvocato di Alex chiederà la sospensiva alla Iaaf: troppe falle e irregolarità nell'anomalo caso del suo blando doping. La saltatrice partecipò ad Atlanta sub iudice. La Fidal ha il dovere di tutelarsi e tutelare il suo marciatore
Atletica - Schwazer potrebbe andare ai Giochi come la Bevilacqua nel '96© FIDAL-COLOMBO
Leandro De Sanctis
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Sembra una missione impossibile, ma in un contesto che ha palesato un’infinità di anomalie, Alex Schwazer continua a battersi per non perdere il treno olimpico di Rio 2016. Le controanalisi del marciatore azzurro sono in corso ma dall’esame del campione B prelevato l’1 gennaio non ci si aspetta molto. L’avvocato di Alex, Gerhard Brandstätter, è intenzionato a chiedere una sospensiva d’urgenza del procedimento che preclude i Giochi al marciatore.  Lunedì è il giorno entro il quale si possono iscrivere gli atleti e naturalmente per quella data il caso Schwazer sarà tutt’altro che chiarito. Sarà scattata la sospensione della Iaaf ma l’iter difensivo non avrebbe il tempo necessario. La Fidal, considerate le sospette stranezze di questo caso di doping dovrebbe tutelarsi e tutelare i diritti di Schwazer, spingendo per una iscrizione sub iudice, come accadde per l’altista Antonella Bevilacqua e lo sprinter Dean Capobianco prima dei Giochi di Atlanta ‘96: la pugliese risultò positiva all’efedrina contenuta in un prodotto di erboristeria ma la Iaaf la fece di gareggiare esaminando il suo caso dopo i Giochi (lei fu quarta e poi esclusa dalla classifica). La (blanda) positività al testosterone di Schwazer è stata testata e comunicata all’interessato con ritardo. Sono passati addirittura cinque mesi prima di effettuare il test, oltretutto con un campione che pare proprio non fosse anonimo, come prescrive il regolamento. Basterebbe questo a far invalidare il tutto. Cinque mesi trascorsi prima di effettuare il test, risultati arrivati il 13 maggio, ma comunicati a Schwazer solo il 21 giugno, quindi altre cinque settimane dopo. «Abbiamo eccepito irregolarità anche gravi nel trasporto al laboratorio convenzionato del campione di urina prelevato a Alex Schwazer - conferma l’avvocato Brandstätter - Non c’è alcun disegno dopante. I tecnici, i professori e i consulenti che hanno esaminato i profili ematici di Schwazer confermano che non c’è doping. C’è solo un episodio singolo, assolutamente sospetto, viene da dedurre che ci sia stato un intervento esterno. C’è qualcosa di poco trasparente».


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