Casella contro la violenza sulle donne

Il campione del mondo Wako Pro di Kickboxing è stato scelto dalla Fikbms come volto da copertina per l'iniziativa "Colpita, Affondato". Corsi gratuiti di autodifesa femminile in tutta Italia fino al 30 novembre.
Casella contro la violenza sulle donne
Andrea Ramazzotti
3 min

MILANO - Gabriele Casella è diventato il testimonial della campagna contro la violenza sulle donne. Il suo messaggio è chiaro: “La violenza contro le donne è uno dei crimini più vigliacchi che un uomo possa commettere e per sconfiggerla è necessario agire non solo sul fronte della repressione, ma anche su quello della prevenzione” ha detto il campione del mondo Wako Pro di Kickboxing, scelto dalla Fikbms (Federazione italiana Kickboxing, Muai Thai, Savate e Shoot Boxe) come volto da copertina per l'iniziativa “Colpita, Affondato”. Corsi gratuiti di autodifesa femminile verranno organizzati in tutta Italia, dal 18 al 30 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Gli stage di autodifesa, patrocinati anche dalla Polizia di Stato, si terranno nelle strutture sportive italiane affiliate alla Federazione, dalla Lombardia alla Sicilia (l'elenco completo è disponibile sul sito ufficiale della Federazione, www.fikbms.net). “C'è ancora chi pensa che la kickboxing sia uno sport violento. In realtà – continua Casella -, si tratta di una disciplina che trasmette valori importanti, a cominciare dal rispetto e dall'autocontrollo. Al contrario, gli uomini che utilizzano la propria forza fisica per usare violenza sulle donne non hanno nulla di coraggioso, piuttosto toccano il punto più basso che si possa raggiungere”.

CORSI - I corsi in programma possono essere di notevole aiuto per le donne. “Abbiamo sviluppato un sistema di autodifesa misto che attinge da diversi sport da combattimento e dalle arti marziali. Lo scopo non è trasformare le donne in ‘supereroi’ ma insegnare loro poche ma efficaci tecniche che permettano di evitare molestie e o aggressioni” ha spiegato Adolfo Bei, responsabile del settore difesa personale della Fikbms. “In questo – prosegue -, siamo supportati anche da psicologici in grado di offrire suggerimenti sul fronte comportamentale per gestire gli effetti dell’adrenalina e della paura che subentrano in caso di aggressione”. La paura, infatti, non sempre è un ostacolo: se controllata nel modo giusto, può migliorare la reattività sia in termini di difesa sia di fuga. E nel caso sia necessario affrontare l’aggressore anche una penna, un mazzo di chiavi, la borsa o una bottiglia d’acqua possono aiutare a sventare un attacco se utilizzati nel modo giusto. Non serve praticare sport da combattimento, basta apprendere alcune semplice regole studiate sulla base dell’effettivo potenziale di difesa della donna, facendo leva, quindi, sulla velocità e sulla tecnica anziché sulla forza fisica. Nel rapporto annuale sull’attività del Viminale diffuso poche settimane fa, emerge che i femminicidi e i casi di violenza domestica nei confronti delle donne sono rimasti più o meno costanti nel tempo senza, purtroppo, aver subito una flessione. La lista non si ferma e ogni anno si aggiungo altri nomi: madri, mogli, figlie. Ma una buona notizia c'è: “Ogni anno 'Colpita, affondato' registra sempre più adesioni”, spiega Donato Milano, presidente della Fikbms. “E' la conferma di una diffusa esigenza di acquisire strumenti per reagire ma anche del più generale bisogno di non abbassare mai la guardia contro una vera e propria piaga sociale”.


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