Da Brugherio a Tokyo, i climber... scalano

Continua l'avvicinamento alle Olimpiadi del 2020 dove debutterà l'Arrampicata Sportiva. La cittadina in provincia di Monza ha ospitato la seconda tappa della Coppa Italia Combinata Olimpica.
Da Brugherio a Tokyo, i climber... scalano
Andrea Ramazzotti
5 min

MILANO - Il percorso verso la storia dell’Arrampicata Sportiva ha fatto tappa a Brugherio. La cittadina in provincia di Monza e Brianza, lo scorso weekend, ha ospitato infatti la seconda tappa della Coppa Italia della specialità Combinata Olimpica, il nuovo format di gara con cui lo Sport Climbing debutterà a Tokyo 2020 in quelle che saranno le prime Olimpiadi della storia di questo sport. Una gara che, insieme alla prima tappa disputata ad Arco (TN), contribuirà a stilare la lista dalla quale verranno nominati i climber che potranno vivere il sogno di una manifestazione a cinque cerchi. Tantissimi gli atleti presenti, tra i quali spiccavano i nomi di punta delle nazionali azzurre come Stefano Ghisolfi, appena classificato al secondo posto in Coppa del Mondo della specialità Lead, Marcello Bombardi, un Oro in Coppa del Mondo 2017 Lead, Micheal Piccolruaz e tanti altri, compresi numerosi atleti under 20 e diversi atleti di casa, accorsi da ogni Provincia per provare l’assalto al prossimo appuntamento nipponico. Proprio la Lombardia negli anni sta registrando un aumento dei tesserati alla FASI, la Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, diventando la seconda per numero di affiliati in Italia e ponendosi dunque come bacino di talenti per le prossime selezioni nazionali. “Nei dintorni di Milano ci sono molte palestre dove praticare l’arrampicata e ancora altre stanno nascendo - spiega Matteo Manzoni, giovane promessa azzurra originaria di Seriate - per cui vengo molto spesso in zona per allenarmi, anche se sono riuscito a crearmi un piccolo spazio a casa dove poter esercitarmi”. Uno sport che ha dunque tutte le carte in regola per crescere ed attrarre sempre più ragazzi, rafforzando un movimento che trova solide basi nel territorio: “Ho fatto tanti sport nella mia vita, dal basket al nuoto, ma l’Arrampicata mi ha colpito per la sensazione di adrenalina che mi ha dato fin dalla prima scalata. Ho iniziato grazie a mio padre, anche lui climber, che mi portava da piccolo in parete e subito ho avuto l’istinto di arrampicare. Spero di continuare in futuro con la carriera da atleta, terminando nel frattempo gli studi e magari conseguendo la laurea”. Una passione che molto spesso, dunque, si trasmette in famiglia e fornisce l’occasione per passare del tempo con i propri cari. “L’amore per l’arrampicata deriva da mio nonno e mio padre, che da piccola mi portavano sempre in montagna e mi hanno poi lanciato verso la scalata in parete - afferma Silvia Porta, scalatrice di Nave (BS) specializzata nella velocità. - Ho iniziato ad arrampicare a Brescia ma adesso faccio allenamento a Bergamo e poi vado a scalare in giro per l’Italia per variare. Il climbing mi ha appassionato perché la mia specialità è molto simile all’atletica, sport che praticavo da piccola”. Con Silvia anche tantissime ragazze pronte a mostrare i muscoli per il sogno olimpico, segno di una disciplina dove le “quote rosa” contribuiscono in maniera rilevante ai risultati della Nazionale italiana. “Questo non è uno sport solo per maschi o solo per femmine. Ci sono dei movimenti per cui è richiesta più forza, altri invece in cui bisogna essere delicati, per cui anche le donne possono raggiungere risultati notevoli e sfruttare i propri punti di forza. L’importante, quando si inizia, è capire che non è uno sport pericoloso, anzi fa bene perché ti diverte e ti trasmette serenità”. “È uno sport praticabile da chiunque perché offre un percorso unico con molte modalità per completarlo, pertanto ciascuno può affrontarlo in base alle proprie capacità e caratteristiche” conferma Marcello Bombardi, uno dei punti fermi della Nazionale italiana Senior. Per lui, come per tutti i climber agonisti, l’ingresso della disciplina nel programma olimpico di Tokyo 2020 è stata una notizia emozionante: “Sono contentissimo che l’Arrampicata sia entrata tra le discipline olimpiche perché credo sia un giusto riconoscimento per uno sport in forte crescita e diffusione, è un premio a tutti i nostri sforzi e ci permetterà di svilupparci ulteriormente. Il nuovo format rappresenta ancora una sfida ma è una soluzione che ci permetterà di farci conoscere al pubblico della manifestazione. Dalla prossima stagione comincerò ad adattare la mia preparazione alla Combinata, per capire cosa migliorare”. La stagione 2018 si prospetta dunque fondamentale in ottica olimpica: tra i numerosi impegni della Nazionale, anche le Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires alle quali l’Italia ha già qualificato tre atleti, proponendosi tra le selezioni protagoniste e vivendo già un anticipo del sogno olimpico.


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