Golden Gala Star, Robert Harting

Scopriamo i protagonisti del Golden Gala, che si svolgerà giovedì 5 giugno allo Stadio Olimpico. Robert Harting, campione tedesco del lancio del disco che dà spettacolo quando è in pedana anche con la sua teatralità. A roma se la strapperà la maglia?
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ROMA - Televisivamente parlando, un must. Su YouTube, i video postati dopo la finale mondiale di disco all'Olympic Stadium di Berlino, nel 2009, a tutt'oggi hanno superato le 300.000 visualizzazioni. La gioia smisurata del discobolo a Berlino aveva più di una ragione. L'anno prima, ai Giochi di Pechino, lo avevano fregato nell'ordine Kanter, Malachowski e l'eterno Alekna. Il giorno della finale di Berlino, l'atmosfera allo stadio era elettrizzata perché si sperava che Harting tornasse sul podio dei Mondiali, dopo l'argento di OSaka del 2007. C'era di più: il settore lanci germanico gongolava per i metalli portati a casa nel peso (Nadine Kleinert d'argento e il marine Ralf Bartels di bronzo) ma soprattutto per il capolavoro disegnato in aria 24 ore prima da Steffi Nerius, oro nel giavellotto. Nel suo borsino personale, Harting guardava di sottecchi soprattutto l'estone Gerd Kanter, reduce da 28 vittorie consecutive e che in giugno aveva catapultato il disco oltre i 71 metri, e il polacco Piotr Malachowski, il quale negli scontri diretti stava davanti a Harting 11 a 9, con le ultime quattro sfide tutte in favore del polacco. Una serie che sembrava destinata ad allungarsi, perché al primo lancio Malachowski aveva aperto le danze con 68,77. Harting meno, 68,25. Al quinto turno Malachowski mette una pietra tombale sulla gara, schizzando il disco a 69,15, record di Polonia. All'ultimo lancio, Harting in pedana è colpito dai raggi gamma, quelli che ti trasformano in Hulk, distrugge la lapide che Malachowski aveva posto sulla medaglia d'oro, e fa impazzire lo stadio con 69,43. Primato personale. Oro. Trasformazione. Incontenibile. Si strappa la maglia in due come l'Hulk che lascia il corpo del mite Dottor Bruce Banner e diventa verde, gigantesco, imbattibile. Urla nelle telecamere, e i tedeschi davanti alla TV idolatrano il nuovo supereroe. L'Hulk tedesco, è così che Harting è stato ribattezzato dopo il 19 agosto di quattro anni fa, ha vinto da allora la gara più importante della stagione, dove si assegnano le medaglie vere. Dopo Berlino, sono seguiti gli altri due titoli mondiali e il coronamento olimpico di due stagioni fa. A Londra ha esitato, ha fatto aspettare un po' i fotografi  prima di strapparsi la maglia. A Mosca, invece, l'irresistibile teatrino di finte per disorientarli. Lo fa? Non lo fa? Lo fa! Lo fissano, sempre più divertito, in immagini irresistibili nell'arena, la concessione di uno spettacolo che solo lui poteva rendere cliché.



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