Caso Doping: Mosca ammette alcune accuse

La leggenda dello sport russo, Sergei Bubka, in veste di vicepresidente della IAAF: «Gli atleti russi puliti devono essere protetti e poter gareggiare alle Olimpiadi di Rio»
Caso Doping: Mosca ammette alcune accuse© AP
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MOSCA - A tre giorni dallo scoppio della bufera doping e alla vigilia dell'attesa pronunciata della Iaaf sull'eventuale bando degli atleti russi dalle competizioni internazionali, Rio in primis, dopo il Rapporto choc della Wada, arrivano le prime ammissioni della Federazione di atletica leggera russa: «Noi siamo d'accordo con alcune accuse nei nostri confronti, su altre no e qualcosa non è più attuale perchè è già stato corretto da tempo», la dichiarazione del presidente ad interim Vadim Zelicenok. Dopo le dimissioni del direttore Grigori Rodchenkov e la chiusura del Laboratorio di Mosca, dalla capitale russa è arrivata insomma una prima marcia indietro rispetto alle dichiarazioni della prima ora di 'non colpevolezzà e di motivazioni politiche'. Una retromarcia probabilmente anche dettata dalla presa di posizione di Vladimir Putin che ha ordinato un'indagine a tutto campo dopo le accuse della Wada che potrebbe costare caro agli atleti russi, a cominciare dal bando olimpico. Comunque andrà domani a Losanna, la Russia non boicotterà i Giochi di Rio, ha annunciato il ministro dello sport russo Vitali Mutko: «Non intendiamo boicottare nulla da nessuna parte», ha spiegato, definendo la Russia un "partner affidabile del movimento olimpico internazionale". Comunque proprio per evitare un brutto epilogo, la Federatletica russa si è riservata il diritto di ricorrere contro qualsiasi decisione sarà presa domani dalla IAAF: «Anche se saremo sospesi - ha spiegato il presidente ad interim Vadim Zelicenok - non penso che sarà fatto in modo severo per un certo periodo di tempo. Ci potrebbero dare qualche tempo per correggere gli errori. In ogni caso abbiamo il diritto a fare appello contro qualsiasi decisione venga presa, anche se dovesse accadere la cosa peggiore e fossimo squalificati per un anno e banditi dalla partecipazione ai Giochi olimpici. Naturalmente, noi non ci arrenderemo, è ovvio».

L'OPINIONE DI BUBKA - Un punto di vista condiviso in parte anche da una leggenda dello sport russo, Sergei Bubka, oggi nelle vesti di vicepresidente della IAAF: «Gli atleti russi puliti devono essere protetti e poter gareggiare alle Olimpiadi di Rio, è nostro dovere», ha spiegato l'olimpionico dell'asta a Seul, aggiungendo che domani a Losanna uscirà "una decisione molto difficile, magari si arriverà ad una sanzione provvisoria per sollecitare la federazione russa ad agire con la massima energia. Se lo faranno, probabilmente potranno essere riammessi in tempo per Rio". Bubka però insiste sul fatto che le sanzioni dovranno colpire solo la federazione e atleti, preparatori, tecnici e dirigenti coinvolti nel doping, non tutti indiscriminatamente. Punto di vista condiviso dal presidente del comitato olimpico russo, Alexander Zhukov, che ha insistito sul fatto che "nessuno può privare gli sportivi 'onesti e puliti' dell'atletica russa, che non hanno mai fatto uso di doping e che sono stati sottoposti a multipli esami a varie competizioni internazionali dentro e fuori della Russia, del diritto di partecipare alle Olimpiadi. Questo violerebbe i diritti degli atleti puliti", ha aggiunto Zhukov, mentre il comitato olimpico russo ha intanto 'raccomandatò a Valentin Balakhnichev, per oltre 20 anni capo della federazione di atletica leggera russa, di dimettersi da membro del comitato esecutivo. "Se da parte russa c'è la disponibilità a collaborare potrebbe esserci una soluzione che ne impedisca una così drastica", il punto di vista del presidente del Coni, Giovanni Malagò si è detto "allarmato" e invitato a "leggere attentamente le carte".


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