Schippers, una... velocista nata

L'olandese ha iniziato come heptatleta e adesso si è specializzata nella velocità. Ha vinto l'oro nei 200 ai Mondiali dello scorso anno e a Rio punta a togliersi soddisfazioni anche nei 100 grazie al lavoro in allenamento.
Schippers, una... velocista nata
Andrea Ramazzotti
4 min

MILANO - Dopo una sorprendente medaglia d’oro la scorsa estate ai Mondiali di Pechino Dafne Schippers adesso ha intenzione di dimostrare il suo status di stella tra le migliori velociste. La sua vita è cambiata in 21,63 secondi il 28 agosto 2015 a Pehino: in quell’occasione ha preceduto l’avversaria a lei più vicina di 0,03 secondi e così ha conquistato l’oro diventando anche la terza donna più veloce della storia sui 200 metri. Un anno fa il suo successo è maturato due mesi dopo che l’olandese aveva annunciato che si sarebbe concentrata sullo sprint e solo 4 giorni dopo che si è classificata seconda nei 100 metri (a 0,05 secondi dall’oro. Era già successo nel 2013 a Mosca quando era salita sul polio, ma come heptatleta. Quel bronzo è stato il primo vinto da un’olandese in quella disciplina.

STORIA - Nata il 15 giugno 1992 a Utrecht, la sua carriera nel mondo dell'atletica è iniziata all'età di nove anni. I suoi primi successi come un “tuttofare” sono iniziati con il titolo di heptathlon mondiale juniores nel 2010 e quello europeo nel 2011. Durante i campionati del mondo 2011 a Daegu, in Corea del Sud, la Schippers ha battuto il record nazionale olandese nei 200 metri, ma non è riuscita a qualificarsi per la finale per 0,05 secondi. Quel risultati gli ha però fatto capire che in quella disciplina avrebbe potuto far bene, che se fosse cresciuta (aveva 19 anni), sarebbe potuta diventare la sua specialità. Nel 2014 ha migliorato il record personale nei 200 metri, ha iniziato i campionati europei decisa a far bene e ci è riuscita prendendosi l'oro sia nei 100 e 200 metri. Insieme alle vittorie ottenute, Schippers ha anche confermato il suo percorso professionale: ormai era un velocista. Ha reso nota questa decisione nel giugno del 2015 e ha confermato la bontà della sua scelta con quel 21,63 secondi ai Mondiali a Pechino. Durante un'intervista al Prefontaine Classic di Eugene del 2016, l'atleta ha raddoppiato le gare nelle quali sarebbe stata impegnata ridacchiando quando gli è stato chiesto se stesse riflettendo sulla possibilità di tornare al eptathlon. Esaltata dall'entusiasmo che circonda l'ambiente sprint, ha dichiarato: “E’ un nuovo mondo ed è molto cool". Al tempo stesso però ha ammesso di aver avvertito la pressione. “Wow andrò a misurarmi con queste atlete… Devo mostrare quello che valgo perché adesso sono ai Mondiali” ha raccontato di aver pensato prima del suo primo grande trionfo in carriera, un anno fa.

NUOVI ALLENAMENTI - Per ottenere risultati brillanti e diventare una velocista la Schippers e cambiare il suo modo di allenarsi, abbandonando i circuiti da 2 ore, 2 ore e mezzo. Adesso divide le sue gare (100 e 200 metri) in “blocchi”. “I 100 metri li dividiamo in 4 fasi, da zero a 30 metri, da 30 a 60 metri, da 60 a 90 metri e lo sprint finale”. Data la sua altezza (178 centimetri) l’olandese ha dovuto lavorare molto con le partenze, soprattutto nei 100 metri dove ovviamente venendo fuori male dai blocchi ha meno tempo di recuperare un ritardo rispetto ai 200. Per evitare errori, oltre ad allenarsi molto, la Schippers studia le tecniche delle avversari che sono più basse di lei. Allo stesso tempo, però, ha anche cambiato il suo approccio con i 200 metri. “Se si prende la curva troppo veloce, si può pagare perché non si può tenere fino al traguardo e non si può accelerare ancora. Bisogna essere intelligenti e gestire le proprie energie”. Questi possono sembrare piccoli particolari, ma i millisecondi nella partenza dei 100 metri o quelli della curva nei 200 sono essenziali per tenere il passo degli avversari e mantenere il vantaggio su di loro. La sfida della Schippers questa estate è quello di dimostrare che lei può rendere al massimo sotto pressione. L’obiettivo è dimostrare che il 21,63 e l’oro della scorsa estate non erano un colpo di fortuna. E soprattutto vuole far vedere che, nonostante il suo inizio come “tuttofare”, lei è una velocista nata.


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