Ciclismo, Demoitié non ce l'ha fatta. Era stato investito da una moto

È morto nella notte il ciclista belga di 25 anni rimasto coinvolto in un terribile incidente ieri nella Gand-Wevelgem in Belgio. Polemica sulla sicurezza dei ciclisti. Bugno (Associazione Internazionale Ciclisti): «Fare chiarezza»
Ciclismo, Demoitié non ce l'ha fatta. Era stato investito da una moto©  Foto da Twitter
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LILLA (FRANCIA) - È morto Antoine Demoitié, il ciclista belga di 25 anni travolto da una moto dopo una caduta durante la corsa Gand-Wevelgem di ieri in Belgio.

L'INCIDENTE - Demoitié era caduto insieme ad altri quattro corridori a Sainte-Marie-Cappel, durante il breve passaggio della corsa ciclistica in territorio francese, ed è stato investito. Inizialmente portato in ospedale a Ypres, nelle Fiandre occidentali, era stato poi rapidamente trasferito al reparto di terapia intensiva dell'ospedale universitario di Lilla in Francia a causa della gravità delle sue condizioni. Nato a Liegi il 16 ottobre del 1990, Demoitié militava attualmente nel team belga Wanty-Groupe Gobert dopo tre anni passati con la Wallonie Bruxelles-Group Protect. Nel 2014 aveva vinto il Tour du Finistère, settima prova della Coppa di Francia.

«EROE FINO ALLA FINE» - Su Twitter, il saluto commosso del compagno di squadra Gaetan Bille: «Con la donazione degli organi, Antoine ha salvato altre tre vite. Eroe fino alla fine. Riposa in pace».

BUGNO: FARE CHIAREZZA - L'Associazione internazionale ciclisti professionisti (Cpa) e tutti i corridori chiedono «che sia immediatamente fatta luce sulla dinamica dell'incidente» che ha causato la morte di Antoine Demoitiè alla Gand-Wevelgem, «sulle circostanze che lo hanno provocato nonchè sulle eventuali responsabilità delle parti coinvolte». Il presidente della Cpa, Gianni Bugno, nella stessa nota diffusa dall'associazione, sottolinea che «in questo momento di tristezza e dolore per la morte di Antoine non vogliamo fare polemiche ma è tanta la frustrazione che abbiamo dentro. Abbiamo sempre sostenuto che la sicurezza dei corridori deve essere al primo posto nelle discussioni delle alte sfere del ciclismo e all'ultima riunione del Consiglio del ciclismo professionistico, abbiamo espressamente chiesto che vengano comunicate in fretta le strategie elaborate recentemente per il miglioramento della sicurezza durante le corse». «Non voglio accusare nessuno, ma fare riflettere sulle responsabilità di ognuno nell'assicurare che sia sempre mantenuto altissimo il livello di attenzione, consapevolezza, e controllo sulle norme di sicurezza durante ogni corsa ciclistica», conclude l'ex campione italiano.

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I MEDIA BELGI: TROPPI INCIDENTI - In un Belgio ancora sconvolto dagli attentati di martedì scorso e in continua allerta terrorismo, il dramma ha investito anche quello che doveva essere uno sprazzo di serenità in un momento da incubo. Tutti i media dedicano ampio spazio alla morte del giovane ciclista Antoine Demoitié. Sul sito del quotidiano Le Soir si punta il dito contro l'Unione ciclistica internazionale (Uci), che non farebbe abbastanza per garantire la sicurezza dei corridori, circondati spesso da troppi veicoli dell'organizzazione e dei team durante la corsa. Le Soir elenca alcuni recenti casi di incidenti simili, per fortuna con epiloghi meno gravi. Solo a febbraio, si ricorda, il belga Stig Broeckx (Lotto-Soudal) è stato investito da una moto durante la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, riportando varie fratture, mentre un connazionale più famoso, Greg Van Avermaet, era stato più fortunato dopo un altro incidente alla Clasica San Sebastian dell'estate scorsa. Il sito di Derniere Heure sottolinea invece che un altro giovane corridore belga, Daan Myngheer, 22 anni, è tra la vita e la morte ad Ajaccio, in Corsica, vittima di un infarto durante il Criterium international. Non basta: sempre alla Gand-Wevelgem di ieri, per un'altra caduta l'ex campione del Belgio Jens Debusschere ha riportato una commozione cerebrale e varie fratture.


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