L’Open torna a Roma e guarda alla Ryder Cup

Nel 2017 il più importante torneo italiano si giocherà all’Olgiata e verrà anticipato a maggio. Chimenti: «Primo passo verso il 2022»
L’Open torna a Roma e guarda alla Ryder Cup© EPA
Francesco Volpe
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ROMA - Il grande golf si avvicina a Roma, un passo dopo l’altro. In attesa di ospitare la Ryder Cup nel 2022, la Capitale l’anno prossimo ospiterà il primo Open d’Italia a montepremi maggiorato: 7 milioni di euro. Di più, sarà un Open che avrà una collocazione più idonea e appetibile nel calendario del Tour europeo, abbandonando lo spot di settembre per anticipare al 18-21 maggio, una settimana prima del prestigioso Bmw PGA Championship di Wentworth (Ing), da tutti considerato il quinto Major. Teatro dell’Open 2017 però non sarà il “Marco Simone” di Guidonia, già in fase di preparazione per la Ryder Cup, bensì il classico percorso dell’Olgiata, dove il torneo torna dopo 15 anni. L’unico precedente infatti risale al 2002, quando si giocò ad autunno inoltrato e la pioggia costrinse gli organizzatori a ridurre il programma di una giornata. Vinse Ian Poulter, con “Peppo” Canonica splendido terzo a soli quattro colpi. «E’ il primo passo del grande cammino che ci porterà alla Ryder 2022 - ha commentato Franco Chimenti, presidente della Federgolf, al termine del consiglio federale di ieri - L’Open d’Italia diventa così un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati, che avranno l’opportunità di seguire dal vivo le più grandi stelle del golf internazionale». Abituandosi a conoscerle, con i loro look, le loro manie, i loro fantastici colpi, in vista dell’attesissimo rendez-vous del 2022.

CABALA - L’Olgiata è un percorso ben conosciuto al grande golf, che vi ha celebrato, tra l’altro due edizioni della Coppa del Mondo, una finale della Dunhill Cup, tre tornei del Tour europeo femminile e diverse gare del Challenge Tour. Progettato dall’architetto inglese C. Kenneth Cotton, è stato inaugurato nel 1961 e poi oggetto di due profondi interventi di ristrutturazione (1994 e 2012) ad opera di Jim Fazio, che ha messo mano a quasi tutte le buche. Particolarmente delicata la 6, una par 5 che corre lungo un laghetto (come peraltro la 14, par 3). Numerosi i green ben difesi da ostacoli di sabbia. I grandi tornei si disputano sul percorso Ovest, a 18 buche, che può avere par 71, 72 o 73. Il record del campo, firmato durante l’Open del 2002, appartiene a Poulter e all’argentino Angel Cabrera con 61 colpi (-11). «La scelta di assegnarci l’Open 2017 è il migliore riconoscimento agli sforzi fatti per mantenere elevati negli anni i livelli qualitativi del percorso» rimarca Andrea Pischiutta, presidente del circolo. Il sesto Open romano della storia - a proposito, due delle precedenti cinque edizioni hanno applaudito un vincitore italiano: Ugo Grappasonni nel 1950 e Maurizio Mannelli nel 1980 - parte con un solo handicap: la probabile concomitanza con gli Internazionali di tennis, che il calendario provvisorio Atp per il 2017 colloca nella stessa settimana (15-21 maggio). Un vero peccato che due grandi eventi del genere finiscano per collidere. Anche perché con Internazionali, Open e concorso ippico di Piazza di Siena in sequenza, Roma il prossimo anno avrebbe vissuto un beneaugurante maggio olimpico, piattaforma ideale di lancio per la volata finale verso l’assegnazione dei Giochi del 2024.


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