Golf, Olimpiadi Manassero 11°, Bertasio 34°

Dopo il primo giro dominato dall'australiano Fraser, parte bene Matteo Manassero
Golf, Olimpiadi Manassero 11°, Bertasio 34°© EPA
Maurizio Della Camera
6 min

ROMA – 112 anni, tanto è durato l’esilio del golf dalle Olimpiadi. Ma ora, finalmente, torniamo a vedere alcuni dei più grandi giocatori gareggiare per la loro nazione e per una medaglia da un enorme valore puramente simbolico e non per un montepremi degno delle migliori lotterie.

Ho detto alcuni perché, come tutti ormai sapranno, altre star di questo sport hanno fatto scelte diverse. Qualcuno apertamente, come l’australiano Adam Scott, ha detto che a lui la competizione olimpica non interessava, altri hanno espresso poi in prossimità della competizione la loro non disponibilità a partecipare, fra i questi i quattro giocatori al mondo ma anche il nostro Francesco Molinari. Prendiamo atto della scelta, con dispiacere, ma senza astio. Rispettiamo chi ha preferito evitare il pericolo della zika o di attentati, meno semmai quelli che hanno voluto evitare i ben più severi controlli antidoping.

In questo torneo olimpico ci sono fondamentalmente due novità: la formula di gioco, una gara a colpi su quattro giorni senza taglio dopo i primi due giri, ed il campo. Questa formula di gioco insolita permetterà ai golfisti di recuperare maggiormente eventuali giornate storte, sempre che chi stia davanti lo permetta. L’altra novità è rappresentata appunto da questo percorso, un apr 71 inaugurato solo poche mesi fa e che nessuno dei partecipanti ha mai potuto provare. Ispirato ai link australiani, è privo di alberi ed esposto ai venti oceanici. Proprio sul vento, intenso e instabile, gli organizzatori hanno riposto le loro speranze per rendere difficile la vita agli atleti. I rough sono stati volutamente tagliati molto bassi, in modo da perdonare gli eventuali tiri storti. Le buche più difficili sono le quattro che vanno dalla 11 alla 14 mentre i green non sono ampi e presentano diverse ondulazioni.

Gli americani sono sulla carta i favoriti perché sono gli unici che possono schierare quattro giocatori, a differenza delle altre nazioni che al massimo avranno due rappresentanti. Per l’Italia abbiamo Nino Bertasio e Matteo Manassero, che a sedici anni fu il testimonial scelto dalla federazione internazionale di golf per la riammissione di questa disciplina fra quelle olimpiche insieme all’irlandese Harrington. Spetta al brasiliano Da Silvia l’onore di dare inizio al torneo.

Si è iniziato quindi oggi il primo giro, in una giornata soleggiata senza il temuto gran vento e con i green resi morbidi dopo la pioggia caduta ieri. Condizioni ideali per score bassi. E difatti in testa alla classifica provvisoria troviamo l’australiano Marcus Fraser, 90° nella classifica mondiale e giunto a Rio grazie alla definizione di quattro suoi connazionali, autore di un primo giro in 63 colpi  (-8), con 5 birdie e un bogey nelle prime nove buche e quattro birdie nelle seconde. Dietro di lui con un ritardo di tre colpi abbiamo il canadese Delaet, 145° al mondo ma soprattutto lo svedese Henrik Stenson, 5° al mondo e in forma strepitosa nell’ultimo periodo. Per lui cinque birdie ed un bogey nonostante una partenza nella tarda mattinata che non lo ha certo favorito. A -4 sotto il par segue un gruppetto tutto europeo composto dal belga Thomas Pieters, dal francese Gregory Bourdy, dal tedesco Alex Cejka e dall’inglese Justin Rose, autore della prima hole in one della storia olimpica sul par tre della buca quattro. Si è difeso bene il nostro Matteo Manassero che ha chiuso in 69 colpi. Partito male con un bogey alla seconda buca, ha recuperato con due birdie alla 4 e alla 5 per poi cedere ancora un colpo alla 7. Nelle seconde nove, due birdie, alla 10 e alla 17, gli hanno consegnato l’11° posto in classifica.  É invece 34° Nino Bertasio, autore di un primo giro in 72 colpi con tre birdie e quattro bogey. Male gli americani Ricky Fowler (+4) e Bubba Watson (+2). Fowler si è fatto condizionare subito dal doppio bogey iniziale, mentre Watson ha sbagliato troppi putt accesibili.

Dopo il primo giro possiamo quindi trarre due considerazioni a mio avviso: i golfisti europei si sono trovati maggiormente a loro agio su questo percorso. Troviamo infatti undici giocatori dal vecchio continente nei primi sedici. O forse, come già dimostrato nelle ultime Ryder Cup, sentono maggiormente questo tipo di eventi dove è in gioco l’onore della propria nazione, oltre che il loro. L’altro aspetto è che questo torneo, immerso all’interno dei grandi giochi olimpici, non gode dell’attenzione del pubblico e dei media che al contrario meriterebbe. Il pubblico presente è ben lontano da quello che solitamente siamo abituati a vedere assiepati lungo il percorso durante i major. Del resto il Brasile non è certo un paese con una grande tradizione in questa disciplina e non si poteva chiedere di più. Tutto ciò potrebbe far venire meno a qualcuno la determinazione e la grinta necessaria per poter salire su quel podio, così come potrebbe non generare quella pressione psicologica che in tante occasioni ha fatto cadere all’ultimo tanti campioni potenziali.

Domani i gruppi in partenza saranno gli stessi ma con orari differenti. Alle 13.03 toccherà a Bertasio mentre Manassero inizierà il suo secondo giro alle 14,36


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