Ippica, tante proteste per le novità del Derby

Batterie e finale con 14 cavalli anziché 12: prese di posizione da parte di Anact e Imprenditori Ippici Italiani
Ippica, tante proteste per le novità del Derby
di Mario Viggiani
2 min

Commenti e polemiche si sprecano, sulla novità del Derby Italiano di trotto che in extremis (le iscrizioni si chiuderanno tra due giorni, le novità sono di ieri) da questa edizione passerà da 12 a 14 cavalli partenti in ognuna delle tre batterie (sabato 26 settembre) e poi nella finale (domenica 11 ottobre). Tutto questo su richiesta avanzata da HippoGroup Roma, la società che gestisce l’ippodromo Capannelle, e approvazione del Mipaaf, il Ministero di riferimento per il settore. E senza alcuna consultazione delle categorie interessate, alcune delle quali con una serie di comunicati hanno espresso il proprio scetticismo su dinamica e tempistica di quanto ormai deliberato, proponendo anche ipotesi alternative. Succede così che l’Anact, l’associazione degli allevatori di trotto, sottolinei come «l'eccessivo numero di partenti diminuisce la regolarità e l'equa possibilità, in particolare di cavalli che hanno certe caratteristiche rispetto ad altri. Ora, se proprio c'era la necessità di aprire il Derby a 42 concorrenti, la domanda è: ma non era meglio, anzi molto meglio dividerli in 4 batterie? Corse con 10-11 cavalli, più regolari, più attendibili e più spettacolari». Stesse idee e stessi toni da parte degli Imprenditori Ippici Italiani: «Un cambiamento che non giova a nessuno e che non risponde alle esigenze di valorizzazione di quella che, sia per importanza che per dotazione, rappresenta la corsa più importante di quello che è rimasto della nostra ippica». Da registrare infine anche l’intervento di Antonio Somma, titolare della Bivans, una delle scuderie di punta, proprietaria di Tony Gio e Toronto As, che tra i candidati al Derby 2015: «Le nascite sono diminuite, la selezione è e sarà sempre più accentuata, mi domando come si possa ipotizzare la corsa della vita per un 3 anni con 42 cavalli schierati». E ancora: «Con 10 partenti per batteria, avrebbe dato un’impronta di regolarità, come ci si aspetta da una corsa di tale importanza». Somma peraltro ricorda piuttosto come gli introiti derivanti da iscrizioni e partecipazioni ai gran premi (il proprietario di ogni cavallo pagherà 1.400 euro se ammesso alle batterie e ulteriori 5.600 se dichiarato partente) continuino a non essere pagati dal Mipaaf: così è, da quando le competenze in merito sono state state trasferite al ministero…


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