Pellegrini, oro da leggenda: «Questa medaglia chiude il cerchio»

La nuotatrice azzurra nella notte italiana ha conquistato l'oro nei 200 sl e l'argento nella 4x100 sl ai campionati del mondo di vasca corta in Canada
Pellegrini, oro da leggenda: «Questa medaglia chiude il cerchio»© LaPresse
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ROMA - Un fenomeno. Quattro mesi dopo la delusione del quarto posto olimpico e l’idea del ritiro, durata 15 giorni, Federica Pellegrini torna in acqua ai campionati del mondo di vasca corta a Windsor, in Canada, e vince l’unico oro che ancora che le mancava... Straordinaria, lucida, stampa 1’51”73 ridicolizzando tatticamente l’ungherese cannibale Katinka Hosszu, iscritta a mille gare con l’idea di vincerle tutte, ma sconfitta anche nella testa: l’azzurra la lascia sfogare, resta in gara e negli ultimi 50 metri la passa di gran carriera nel momento in cui sente il profumo della medaglia.

 Ripartita senza grandi pressioni, con l’idea di arrivare a Tokyo 2020 magari dedicandosi di più ai 100, Federica ricomincia dalla gara che sente più sua e che gestisce alla grande anche in condizioni di forma precarie: «Voglio smettere nel modo giusto, dire addio dopo un quarto posto olimpico sarebbe stato un rimpianto troppo grande». Federica ha messo la prima tacca di un quadriennio lunghissimo che promette ancora una volta moltissimo. Male invece a Gabriele Detti, eliminato nelle batterie dei 400 stile libero. Il bronzo di Rio è lontano («Infatti c’è da lavorare», dice Morini, il suo allenatore). Una contro-prestazione in questo momento dell’anno non è preoccupante, soprattutto quando arriva da un atleta che ha dimostrato ampiamente di saper andare forte quando serve davvero. Debutto per i due giovani del gruppo azzurro: Giacomo Carini ha limato il primato personale nei 200 delfino. Meno brillante Silvia Scalia nei 100 dorso. La Pellegrini ha vinto anche l'argento nella 4 x 100 stile libero.

LE FOTO DELLA GARA

L'EMOZIONE - «Sono contentissima - ha detto la Pellegrini a fine gara - questa medaglia chiude il cerchio di una carriera. Nuotavo in corsia 3 e per un po’ ho pensato a quella dannata finale olimpica di Rio. Poi mi sono sciolta ed ho fatto la gara perfetta in rimonta come piace a me. Battere una come Katinka Hosszu è sempre difficile e stimolante. L’avevamo preparata così con il mio allenatore ed è riuscita una gara perfetta. Questa medaglia è il frutto del sacrificio e della voglia di non mollare mai che fanno parte del mio dna anche a 28 anni»


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