Nuoto, Mondiali: Arianna Bridi di bronzo nella 10 km

Oro alla francese Muller, argento all'ecuadoregna Arevalo. Quinta l'altra azzurra Rachele Bruni
Nuoto, Mondiali: Arianna Bridi di bronzo nella 10 km© REUTERS
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ROMA - L'Italia del fondo non delude mai e dopo l'argento di Mario Sanzullo, ieri nella 5 km, i Mondiali di nuoto in corso a Budapest regalano la seconda medaglia agli azzurri grazie ad Arianna Bridi, bronzo nella 10 km. Nella seconda prova del programma sul Lago Balaton l'Italfondo ha fatto addirittura sperare in qualcosa di meglio, grazie anche a Rachele Bruni, in lotta per una medaglia fino alla fine ma che si è dovuta accontentare del 5/o posto finale. Sorride invece la ventiduenne di Trento, allenata dal tecnico federale Fabrizio Antonelli, alla prima medaglia iridata, dopo il nono posto nella 5 km di Kazan, e il terzo posto agli Europei di Hoorn 2016. L'Italia torna sul podio mondiale nella distanza dopo l'argento di Martina Grimaldi a Shanghai nel 2011 ma c'è voluto il fotofinish e qualche minuto di apprensione perché ciò accadesse, con la brasiliana Ana Marcela Cunha fino all'ultimo ad impensierire il bronzo della trentina. Che, per inciso, ha supermeritato la medaglia con una gara da protagonista e che si è dovuta arrendere solo ad una strepitosa Aurelie Muller, che si è confermata campionessa del Mondo. Al secondo posto invece, la sorprendente ecuadoregna Samantha Arevalo che ha fatto suo l'argento con un grande finale. L'azzurra, tesserata per Esercito, tocca la piastra in 2h00'17"2, beffando allo sprint la brasiliana, bronzo in Russia due anni fa e argento a Barcellona nel 2013. Davanti a tutte la campionessa uscente Aurelie Muller: la ventisettenne transalpina, allieva di Philippe Lucas, resta in testa praticamente per tutta la gara, salvo lasciare spazio alla Bridi tra il settimo e l'ottavo chilometro, e chiude in 2h00'13"17, con 4" di vantaggio sulla ecuadoregna (2h00'17"0). Per Rachele Bruni il Mondiale resta invece ancora un tabù. La 26enne di Firenze, vice campionessa olimpica, chiude quinta in 2h00'21"4, dopo essere rimasta costantemente attaccata alla Muller e alla compagna di squadra dal sesto chilometro in poi.

LE SUE PAROLE - Nonostante alcuni problemi fisici che l'hanno attanagliata nell'ultimo mese e che l'hanno costretta a rallentare la preparazione per Budapest, Arianna ce l'ha fatta e a fine gara non nasconde la sua gioia: «Sono rimasta nascosta all'inizio - spiega sul sito della Federnuoto - per poi risalire bracciata dopo bracciata. Alla fine non ne avevo più: gli ultimi cinquecento metri sono stati durissimi; ho provato a tenere la scia della francese ma ero in riserva». L'atleta trentina, oro alle Universiadi di Gwangju, ha abbandonato il lago di Caldonazzo nel 2015 per allenarsi a fianco della Bruni a Roma: «Allo sprint temevo proprio Rachele perché ha una grinta e un cambio di ritmo sul finale che nessun'altra fondista al mondo possiede - svela - Sinceramente, se un paio di anni fa mi avessero detto che mi sarei trovata con un bronzo mondiale al collo, non c'avrei creduto. Questo successo è figlio della costanza, del lavoro e di scelte anche difficili: lo dedico a tutto lo staff e a tutta la squadra». Delusa Rachele Bruni che non riesce a chiudere un cerchio perfetto, dopo l'argento olimpico e la vittoria della coppa del mondo Fina nel 2016. «Ho pagato gli errori del secondo giro nel quale ho sprecato parecchie energie e poi sul finale mi è mancato lo spunto vincente: un vero peccato perché avevo buone sensazioni».

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