L'Italnuoto tra Europei, Fede e rinnovamento

Copenaghen a dicembre, Glasgow ad agosto: comincia in Europa il viaggio verso Tokyo 2020. Con certezze e qualche dubbio da risolvere
L'Italnuoto tra Europei, Fede e rinnovamento© Getty Images
Paolo de Laurentiis
6 min

E’ la stagione degli Europei, prima di vasca corta (Copenaghen 13-17 dicembre) e poi di vasca lunga (Glasgow 3-9 agosto). Non avranno il fascino dei Mondiali e soprattutto delle Olimpiadi ma sarà proprio il 2017/2018 a mettere le basi del percorso verso Tokyo 2020. Gli Europei promettono medaglie dai nostri big e permettono molte cose: i criteri di selezione più ampi lasceranno spazio anche alle seconde linee, meglio se giovani, che avranno così la possibilità di mettere il naso fuori dall’Italia e confrontarsi ad alto livello.

 

I CRITERI. Mezza squadra per Copenaghen è sostanzialmente fatta, facendo fede anche i piazzamenti agli ultimi mondiali in vasca lunga. Ma il giorno del giudizio sarà l’1 e il 2 dicembre a Riccione, con i campionati italiani in vasca corta: lì, chi è rimasto ai margini, avrà la possibilità di giocarsi le proprie carte. Una piccola rivoluzione rispetto alle edizioni passate, quando la squadra nasceva un po’ alla spicciolata in base a risultati pregressi o dei meeting novembrini di inizio stagione. Ora anche per la rassegna di metà dicembre c’è una scadenza certa. Non è mai dannoso quando gli atleti sanno cosa fare e soprattutto quando.

Per andare a Glasgow 2018 (vasca lunga) invece “basterà” vincere i campionati italiani assoluti di aprile (sempre a Riccione, 10-14 aprile), criterio adottato già in passato per gli Europei. Gli altri invece dovranno nuotare il tempo limite stabilito dalla Federazione (riportato qui in fondo) sempre e soltanto a Riccione. Poi come consuetudine saranno possibili integrazioni ma parliamo di dettagli, sulla filosofia di quanto fatto nella stagione scorsa per i Mondiali di Budapest. Quindi ad aprile saranno trials veri dove conterà soprattutto mettere davanti la mano. E tutte le gare individuali saranno coperte a Copenaghen, cosa che non guasta almeno dal punto di vista dell’immagine dell’Italnuoto. Anzi, sarebbe bello vedere più di un azzurro per gara, tenendo presente che possono essere iscritti alle batterie quattro atleti per nazione che nei turni successivi non possono essere più di due. I tempi limite sono abbastanza larghi, è un’occasione da sfruttare.

 

PERCORSI. Globalmente, c’è un gruppo di una ventina di atleti da seguire e far crescere verso Tokyo 2020. I percorsi saranno diversi: Detti (ora impegnato in Coppa del Mondo) Pellegrini (concentrata sulla velocità) e Paltrinieri (appena sbarcato in Australia) seguono i loro programmi e hanno oggettivamente poco da dimostrare. Una buona fetta sta lavorando nei centri Federali: di Ostia si è parlato e riparlato; Verona - sotto la guida di Giunta - non è Pellegrini-dipendente: il gruppo si è allargato arrivando a 5 atleti (Zofkova, Pizzini, Sabbioni, Pezzato); i velocisti lavorano con Rossetto a Roma. Altri hanno legittimamente fatto scelte diverse (Orsi in Turchia, per esempio) con la speranza - per tutti - di arrivare a grandi risultati. Quadarella e Martinenghi, dopo un grande 2017, sono al momento i due giovani più seguiti. A loro si spera che se ne aggiungano altri da qui al 2020. Se è vero che i centri Federali mettono tutti nelle condizioni migliori per lavorare, è altrettanto vero che puoi vincere un titolo italiano (e andare agli Europei) anche allenandoti con la tua società e nella tua piscina. E da lì cominciare un percorso di alto livello.

 

DUBBI. Le staffette vanno ricostruite: dimentichiamo le imprese di Kazan 2015. Bisogna guardare oltre: prima di ogni progetto federale, bisogna trovare quattro-cinque atleti in grado di mettere in piedi una 4x100 e una 4x200 dignitosa (sia maschile che femminile) che non costringa uno come Detti - tanto per fare un esempio - a spremersi anche nelle batterie della 4x200 o a chiedere un miracolo al Magnini di turno in una 4x100. La 4x200 donne senza la Pellegrini rischia di non qualificarsi neanche per gli Europei: la Fin chiede 7’53” (cinque secondi in più del tempo fatto dalle azzurre a Kazan 2015, e sono passati più di due anni) che vuol dire 1’58”25 di media. Aspettiamo segnali da parte di un settore - quello femminile - che ha il difficile compito di affrancarsi dalla figura di Federica: tra i maschi c’è movimento, in quello femminile per adesso no, fatta eccezione per la Quadarella. La Divina vuole nuotare i 100, dopo il trionfo di Budapest ha voglia di novità senza troppi stress. Difficile dire se sarà una scelta definitiva e non sarebbe neanche giusto bussare sempre alla sua porta: dopo tanti anni ha il diritto di scegliere come finire la carriera e Tokyo è ancora lontana. Fa ancora in tempo a fare tutto, 200 compresi. Non dimentichiamo che nel 2013 ai Mondiali, improvvisando, tornò con un’altra straordinaria medaglia. Nel frattempo le sue compagne dovranno trovare la loro strada. Per fare un paragone calcistico, un po’ come ha fatto il Napoli senza Higuain… si può fare.

 

Maschi

50 sl 22”0

100 sl 48”7

200 sl 1’47”

400 sl 3’48”8

800 7’53”0

1.500 15’02”0

50 dorso 24”9

100 dorso 54”1

200 dorso 1’57”5

50 rana 27”2

100 rana 1’00”2

200 rana 2’10”5

50 farfalla 23”4

100 farfalla 51”9

200 farfalla 1’57”1

200 misti 1’59”4

400 misti 4’16”0

4x100 sl 3’16”0

4x200 7’13”0

 

Femmine

50 sl 25”0

100 sl 54”7

200 sl 1’58”3

400 sl 4’08”2

800 8’30”0

1.500 16’15”0

50 dorso 28”2

100 dorso 1’00”5

200 dorso 2’10”4

50 rana 31”2

100 rana 1’07”8

200 rana 2’26”0

50 farfalla 26”2

100 farfalla 58”4

200 farfalla 2’09”5

200 misti 2’13”0

400 misti 4’41”0

4x100 sl 3’41”0

4x200 7’53”0


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