Rugby, gli azzurri alla FIR: "Ora più professionalità"

Dopo lo scontro con il presidente Gavazzi, un documento-piattaforma per il dialogo. Dove non si parla solo di soldi...
Rugby, gli azzurri alla FIR: "Ora più professionalità"© LaPresse
Francesco Volpe
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Eccola la piattaforma dei giocatori. In un comunicato molto dettagliato, gli azzurri replicano alla rivoluzione lanciata dal presidente federale Alfredo Gavazzi (niente gettoni di presenza alla Coppa del Mondo, unico superpremio in caso di qualificazione ai quarti). Riconoscono “le ultime performance negative sul campo (contro Francia e Galles, oltre che il Celtic League a livello di club), e non sono indifferenti al fatto di classificarsi il più delle volte ultimi o penultimi nei vari tornei - si legge nella nota - Nel contempo, però, sentono più che mai l’attaccamento alla maglia azzurra e la necessità di una guida forte, oltre che di cambiamenti strutturali che riportino le motivazioni e le prestazioni ai giusti livelli”.
Poi avanzano le loro richieste. Che mirano di fatto a un salto di qualità dell’alto livello italiano sotto tutti i punti di vista: contrattuale, organizzativo, sanitario e finanche politico.

Richieste sacrosante: “Va bene la meritocrazia, ma non si può pretendere che atleti (nel pieno della carriera) stiano lontani da casa tre mesi senza alcun riconoscimento dell’impegno profuso”, con riferimento alla questione-premi mondiali. Oppure: “Non deve più ripetersi un caso-Aironi”. Ancora: “L’auspicata contrattazione collettiva va incentrata in primis sulla tutela della salute e sulla formazione dei giocatori a livello professionale in funzione post-carriera”. E infine: “L’attribuzione del diritto al voto ai giocatori celtici e ai giocatori italiani all’estero, vale a dire alla totalità degli azzurri”.
Richieste condivisibili: “Si rende opportuna una disciplina espressa (attualmente non esiste alcun regolamento scritto) circa l’esperienza dei permit-player con le franchigie celtiche; di pari passo devono essere concentrati i massimi sforzi sul campionato di Eccellenza per renderlo stabile (troppe società sono fallite o traballano) e competitivo, così da costituire un serbatoio per la Nazionale”.
Richieste più discutibili: maggiore libertà “sullo sfruttamento dei diritti d’immagine (oggi ad appannaggio della FIR)”. Solo che i ragazzi hanno già la possibilità di sfruttare in proprio la loro immagine al di fuori delle “finestre” della Nazionale (vedi Castrogiovanni e i suoi materassi). All’interno, mentre si indossa la maglia azzurra, questa libertà non è concessa. A nostro avviso, giustamente.

Insomma, il tavolo è molto, forse anche troppo ampio. Gli azzurri sono furiosi, certe frasi infelici del presidente Gavazzi (“Voglio una Nazionale di giocatori, non di pensionati” o “Sono stanco, al 15° posto del ranking mondiale non ci sono andato io”) bruciano sulla pelle. Ma è importante che il dialogo sia in atto - “La Federazione lo ha già avviato con i rappresentanti dei giocatori”, svela il comunicato - e che tutti ora mostrino sensibilità e senso di responsabilità. I giocatori, ad esempio, avrebbero già aperto alla possibilità di modificare la proporzione gettoni-premi mondiali. La Coppa del Mondo è alle porte.


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