Rugby, Rio è un miraggio. Sconfitti pure dal Belgio

Disastro dell'Italia al Seven di Mosca: quattro sconfitte su cinque e qualificazione olimpica già compromessa
Rugby, Rio è un miraggio. Sconfitti pure dal Belgio
Francesco Volpe
2 min

Nel ranking mondiale del rugby, la Russia è al 19° posto, la Spagna al 20°, il Belgio al 26°, la Germania al 30°. Nella versione a 15 giocatori, i russi non ci battono dal 1989 (in versione Unione Sovietica), gli spagnoli dal 1977, i tedeschi addirittura dal 1939. I belgi non ci hanno mai battuto. Bene, l’Italia nel weekend ha perso, in alcuni casi di brutto, con tutte e quattro queste nazionali. Non a 15, beninteso. L’ha fatto nella versione a sette giocatori, quella che il prossimo anno farà il suo esordio alle Olimpiadi. E’ finita undicesima su dodici squadre, battendo nella finale dei poveri la Romania con una meta di Toniolatti all’ultimo secondo. Mosca era la prima tappa del cammino di qualificazione per i Giochi, cammino evidentemente compromesso sin d’ora. Clamoroso? Tutt’altro. Logico, più che logico.

La FIR non ha mai veramente creduto nel Seven, gli altri Paesi sì. E ancor più da quando è divenuto disciplina olimpica. Non basta prendere un buon tecnico come Andy Vilk, ex nazionale inglese della specialità, se poi si arriva a Mosca senza un torneo nelle gambe, con giocatori scelti tra quelli esclusi dalle altre selezioni, pescati in alcuni casi in serie A2 o persino B, a capo di convocazioni geopolitiche (uno per club, massimo due: hai visto mai qualche società dovesse risentirsi?). Nelle altre nazioni evolute l’attività Seven è parallela e complementare a quella a 15. I club, dopo essersi contesi lo scudetto a 15, tra maggio e giugno giocano per quello a sette. I nazionali della specialità sono sotto regolare contratto federale e giocano i principali tornei mondiali anche in concomitanza con i campionati di club. L’Italia quest’anno non è andata neppure ad Hong Kong, il torneo Seven per antonomasia. E vedrà i Giochi in Tv.


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