Marius Mitrea entra a Twickenham e, ci scuserà Neil Armstrong, il passo è enorme, da qualsiasi punto lo si voglia vedere. Il fischietto di Treviso sarà il primo italiano a dirigere un test-match tra due nazionali Tier 1 e, ovviamente, il primo a calcare la sacra erba del tempio del rugby. Accadrà il prossimo 29 maggio. In programma Inghilterra-Galles, che sarà un test-match ma molto più di un test-match. La rivalità tra il XV della Rosa e quello del Principato è all’apice dopo la torrida doppia sfida degli ultimi mesi, tra Coppa del Mondo e Sei Nazioni. Nel primo caso hanno vinto i gallesi, eliminando l’Inghilterra dal “suo” Mondiale; nel secondo, sempre a Twickenham, si sono imposti gli inglesi, strappando il torneo agli avversari con lungo strascico di polemiche e provvedimenti disciplinari. Insomma, non sarà una giornata facile per Mitrea, che avrà addosso gli occhi dei dirigenti di World Rugby. L’occasione però è irripetibile. Il mondo arbitrale del rugby è sclerotizzato e monopolizzato da pochi Paesi. Il ricambio è pressoché nullo, le grandi sono esageratamente tutelate. Inserire un granello italiano nello status quo avrebbe un valore inestimabile.
ROMANIA - Mitrea, 34 anni, è da tempo in rampa di lancio. Nato a Galati, in Romania, si è trasferito diciannovenne in Italia con la famiglia, stabilendosi a Postioma, un paesino in provincia di Treviso. Oggi ha passaporto italiano. Ha giocato per qualche stagione nel Paese, poi (2006) ha optato per la carriera arbitrale (“mi dissero che avrei avuto più chances”), compiendo tutti i passi verso l’alto livello: dirige in Eccellenza dal 2009, in Celtic League dal 2011, in Champions dal 2013. Il primo test risale al 2010, ma era un insignificante Belgio-Canada. All’ultima Coppa del Mondo è stato guardalinee. Nella finestra internazionale estiva dirigerà anche Giappone-Scozia, il 25 giugno a Tokyo.
SOGNO - “Arbitrare a Twickenham è il sogno di ogni arbitro - il commento a caldo di Mitrea - Farlo in uno dei match-simbolo del nostro sport, Inghilterra contro Galles (128 precedenti dal 1881; ndr), è un grande onore e una grande responsabilità. Sono felice di avere questa possibilità, voglio ringraziare la FIR, il CNAr e tutti coloro che in questi anni hanno creduto in me: il loro contributo e la loro presenza sono stati fondamentali per aiutarmi a raggiungere questa nuova tappa della mia carriera”.