Parisse: «Italia fuori dal Sei Nazioni? Aria fritta»

Il capitano azzurro: «Non spetta a noi decidere, noi giochiamo. Pensiamo all'Inghilterra». O'Shea: «Se tra 18 mesi vi accorgerete che non sono adatto, vado via»
Parisse: «Italia fuori dal Sei Nazioni? Aria fritta»© lapresse
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ROMA - «Le persone scrivono e parlano, devono riempire spazio, le uniche cose che contano è il lavoro che dobbiamo fare per migliorare. Possiamo diventare competitivi». Dopo due pesanti sconfitte l'Italrugby è chiamata alla sfida impossibile contro l'Inghilterra, a Twickenham, e sul campo pesano anche le critiche degli inglesi che chiedono l'uscita degli azzurri dal Sei Nazioni. Ma Conor O’Shea chiede alla sua nazionale di non lasciarsi trascinare dalle critiche. «Tutti parlano, tutti dicono, ma a me non interessa - gli fa eco il capitano azzurro Sergio Parisse -. Non giocheremo meglio o peggio perché hanno detto che ci manca lo spirito combattivo, quelle sono stronzate. Stiamo pensando solo all'Inghilterra, il resto è aria fritta. Le decisioni non spettano né a noi né a O’Shea». 

PARLA O'SHEA - «Potevo stare tranquillamente altri venti anni a casa, ma sono arrivato in azzurro perché il rugby ha bisogno di un'Italia forte: dobbiamo cambiare mentalità. Le discussioni sull'Italia dentro o fuori dal Sei Nazioni? Andiamo oltre, è frustrante parlare solo di questo - ha detto O’Shea alla vigilia della partita contro l'Inghilterra - Sono venuto per cambiare le cose, i giocatori ci sono ma vanno assistiti, serve più professionalità attorno a loro: non è possibile che non siano preparati al meglio. Non devono avere scuse». Quanto al suo ruolo, «aspetto sei mesi per capire bene la cultura italiana, poi farò il punto con la federazione. Ho detto a Parisse, se tra 18 mesi vedrete che non sono adatto ditemelo...Ma se tra vent'anni il rugby italiano non fosse cambiato, sarebbe orribile».


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