Daniel Fontana all'Ironman delle Hawaii

Hawaii - Ironman World Championship. Daniel Fontana: 'Non chiedetemi del futuro. Oggi per me il futuro arriva a sabato'
Daniel Fontana all'Ironman delle Hawaii
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KONA HAWAI - Nell’alba hawaiana di sabato 14 ottobre Daniel sarà al via della sua quinta finalissima mondiale Ironman a Kona. Dopo una stagione nella quale il portacolori di DDS Triathlon Team ha raccolto molte soddisfazioni, la prova di Kona è sicuramente un epilogo desiderato e pienamente guadagnato. Daniel quest’anno è infatti stato il primo atleta a segnare di diritto il proprio nome sulla starting list di questa grand final e a garantirsi un posto di rilievo tra il gotha internazionale della multidisciplina.

Daniel si trova già a Kona da qualche giorno per il dovuto acclimatamento e per dare al suo corpo l’occasione di metabolizzare le 12 ore di fuso orario rispetto all’Italia. Daniel ha già preso parte i giorni scorsi alla tradizionale Ho’ala SWIM 2.4 Miles, la gara di nuoto che si disputa sul percorso della frazione di gara nella quale si è trovato a fare i conti con quelli che saranno gli avversari più quotati del fine settimana e che gli ha dato un positivo riscontro. 

‘Si tratta di una gara di nuoto che i pro e gli Age Group disputano qui a una settimana di distanza dalla finale Ironman. Si parte sempre tutti con un sorriso scanzonato sulle labbra per dissimulare un po’, ma la verità è che già non si fanno prigionieri e tutti gli atleti danno il meglio di se in una prova che diventa tutt’altro che una scampagnata. Io non mi sono tirato indietro e ho testato la condizione nel nuoto. Il crono e la classifica mi hanno dato la conferma di una condizione in acqua che sapevo già essere buona quest’anno.

Conosco bene la frazione natatoria di questa gara e non la temo. La zona di partenza si trova in un punto di costa tra Kailua Bay e il porto e ogni anno l’organizzazione traccia la frazione con diversi giorni d’anticipo per dare a tutti la possibilità di provarla più volte. Sabato mattina la partenza sarà data alle 6.35 con il tradizionale colpo di cannone che da inizio alla bagarre e simbolicamente saluta il sole che in quel momento sta sorgendo sulla linea d’orizzonte oceanico’.

I primi a partire sabato saranno proprio gli uomini Pro e Daniel dovrà percorrere a nuoto un unico giro in senso orario su un tracciato rettangolare orientato perpendicolarmente alla costa, verso il largo. Come ogni anno sarà vietato l’uso della muta per le temperature dell’acqua sempre al di sopra dei 25 gradi.

‘In questi giorni ho provato più volte anche diverse parti del tracciato ciclistico. Proprio domenica scorsa ho fatto insieme ad alcuni amici un centinaio di km in direzione della Kuakini Highway, la strada lungo la quale parte la frazione ciclistica. Quello ciclistico qui a Kona è un tracciato tutt’altro che semplice, nonostante un dislivello piuttosto contenuto. Si pedala quasi interamente tra campi di lava, immersi in un paesaggio desertico quasi lunare, fatta eccezione per una trentina di km nei pressi di Hawi, dove la strada inizia a salire leggermente e la vegetazione si fa molto più fitta. Il vero problema in bicicletta qui è il vento. L’ultima volta che ho partecipato a questa gara, ricordo che il vento piegava fortemente le palme a bordo strada. Solitamente nelle prime ore del mattino questo fenomeno è abbastanza contenuto, ma con il crescere della temperatura gli spostamenti d’aria si fanno importanti e in bicicletta una grande fatica è inevitabile. Io ho la fortuna di avere parecchia dimestichezza con il vento in bici perché in Patagonia è una costante, ma per molti atleti questo può essere un grande ostacolo’.

A preoccupare maggiormente Daniel in queste ore sono gli ultimi 42km di corsa della terza frazione. A causa di un infortunio che lo ha condizionato più volte durante la stagione, Daniel è arrivato a Kona con pochi kilometri nelle gambe e con qualche punto di domanda circa la performance podistica.

‘Purtroppo arrivo a questa finale mondiale con solo tre settimane consecutive di lavoro sulla frazione run. Una lesione alla fascia sovrastante il soleo mi ha tenuto ai box con la corsa per oltre un mese prima di venire qui, mettendo anche in realtà a repentaglio la partecipazione a questa finale. Grazie ad un lavoro molto attento dello staff fisioterapico cui mi affido, siamo riusciti a recuperare in corner la situazione, ma questo mi ha obbligato a ridurre drasticamente tempi e volumi della preparazione della frazione podistica. Ho cercato di sopperire con un adeguato carico nelle altre due discipline, per potermi permettere di arrivare in T2 con una freschezza sufficiente a gestire nel migliore dei modi la maratona. L’ultima frazione qui a Kona è veramente molto impegnativa. Lasciato il centro cittadino, i primi 20km sono forse i meno difficili; un lungo bastone avanti e indietro in direzione sud. Si corre su un tracciato leggermente ondulato lungo la Ali’i Drive con un vento leggero e a tratti confortante. Il punto cruciale di questa frazione inizia però con l’imbocco della Queen Ka'ahumanu Highway. Da qui non c’è più tregua dal sole e dal forte caldo e con il passaggio nei pressi dell’Energy Lab si raggiunge l’ultimo giro di boa. Questo per me sarà un punto fondamentale; un punto nel quale fare appello più alla determinazione e alla forza di volontà, che ad altro. Ci sarà da stringere i denti e trovare le energie per percorrere gli ultimi 15 km e tagliare il traguardo di questa ambitissima finale mondiale, portando a casa il miglior risultato possibile’.

Non è comunque tempo di pensare al futuro in questi giorni: “Sono molto concentrato su questa gara e sul risultato tecnico che ne verrà. Ho cercato questa qualificazione con determinazione e l’ho ottenuta nel primo scaglione di atleti ammessi grazie al valore tecnico delle performance raccolte quest’anno nel circuito mondiale. Sono l’atleta con più anni in gara, ma questo per me non è assolutamente un alibi per risparmiarmi o immaginare posizioni di rincalzo in classifica. Sarò al via come sempre per vendere cara la pelle e per mettere in difficoltà i miei avversari. Quanto al futuro, è una delle domande che più di frequente mi vengono rivolte in questi giorni. Quanto la sento sorrido. Per me il futuro arriva fino a sabato per ora, tutto il resto lo valuterò da domenica in avanti. Non ho intenzione di concludere la mia carriera con questa gara; solo forse potrei rivedere gli obiettivi, riducendo un pochino la partecipazione a gare su distanza ironman. Come ho più volte detto, quella per la lunghissima distanza è una preparazione molto logorante per il corpo e non so se voglio continuare a stressare il mio organismo con carichi tanto elevati. Sicuramente i mezzi faranno parte dei miei calendari agonistici per il 2018, ma nell’agenda delle mie giornate troveranno sempre più spazio anche altre attività professionali legate allo sport, ma non strettamente legate a quello praticato. Ad ogni modo vedremo, non è questo il momento per distogliere l’attenzione dalla gara pensando ad altro. Io sono abituato a fare  una cosa per volta e a cercare di farla nel migliore dei modi possibili’. 


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