Aereo caduto, Lubitz: «Un giorno tutti sapranno mio nome»

Andreas Lubitz ha detto questo alla ex fidanzata che oggi rivela alla Bild le parole del co-pilota che ha causato la tragedia dell'aereo della Germanwings che si è schiantato sulle Alpi francesi causando la morte di 149 persone: «Una notte si è svegliato e urlava 'precipitiamo', perché aveva avuto un incubo. Ma poteva nascondere bene agli altri quel che gli stava veramente accadendo. Lo ha fatto perché si è reso conto che a causa dei suoi problemi di salute il suo grande sogno di lavorare per Lufthansa, di un lavoro come capitano e come pilota di voli a lungo raggio sarebbe stato praticamente impossibile. Sono molto scioccata, non me lo sarei mai aspettato»
Aereo caduto, Lubitz: «Un giorno tutti sapranno mio nome»© Ansa
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BERLINO (GERMANIA) -"Un giorno farò qualcosa che cambierà completamente il sistema, e tutti conosceranno il mio nome e se lo ricorderanno": Andreas Lubitz aveva pronunciato queste parole parlando con l'allora fidanzata, che oggi si confida con Bild. Si arrabbiava parlando di lavoro: "Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione. Una notte - prosegue la fidanzata che ha voluto mantenere l'anonimato - si è svegliato e urlava 'precipitiamo', perché aveva avuto un incubo. Ma poteva nascondere bene agli altri quel che gli stava veramente accadendo. Mi sono separata da lui perché diventava sempre più chiaro che aveva dei problemi - ha detto la ragazza, una hostess -. Nelle conversazioni a un certo punto perdeva il controllo e mi urlava contro. Avevo paura. Una volta si è persino chiuso in bagno per un lungo periodo. Lo ha fatto perché si è reso conto che a causa dei suoi problemi di salute il suo grande sogno di lavorare per Lufthansa, di un lavoro come capitano e come pilota di voli a lungo raggio sarebbe stato praticamente impossibile. La sua malattia? Non ne ha mai parlato molto. Solo del fatto che per questo era sotto trattamento psichiatrico. Sono molto scioccata - aggiunge la giovane -, non me lo sarei mai aspettato. Ora i certificati di malattia stracciati hanno un senso per me. Sono una chiara prova che non volesse accettare che il suo grande sogno di volare come comandante era finito".



«UN GIORNO IL MONDO SI RICORDERÀ DI ME» -
Privatamente esce l'immagine di un uomo gentile: "Durante i voli era una persona carina e aperta. Privatamente era molto tenero, un uomo che aveva bisogno d'amore. Era una brava persona, in grado di essere tanto dolce. Mi regalava fiori", racconta sotto anonimato la ventiseienne, che fa l'assistente di volo. Poi il quadro cambia: "Abbiamo parlato sempre molto anche di lavoro e in quei frangenti era un'altra persona. Si arrabbiava per le condizioni in cui dovevamo lavorare. Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione". Secondo la giovane Lubitz aveva già in mente per questo un gesto eclatante: "Da quando ho sentito del disastro mi torna sempre in mente una frase che ha detto. 'Un giorno farò qualcosa che cambierà l'intero sistema e tutti allora conosceranno il mio nome e se lo ricorderanno'. Non ho mai capito cosa intendesse, ma ora ha un senso". La relazione è durata cinque mesi, in cui i due hanno spesso volato insieme e condiviso stanze d'hotel nascondendo la relazione ai colleghi, racconta Bild: "Ci siamo conosciuti l'anno scorso su un volo, ci siamo scambiati i numeri di telefono e siamo rimasti in contatto. Di lì le cose sono cresciute, ma non ho mai voluto che diventasse ufficiale. Per questo ci incontravamo in hotel, perché non mi piace mischiare l'amore con il lavoro".


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