Cavina: Leggere mi ha salvato

Lo scrittore Cristiano Cavina ha prestato uno dei suoi libri al progetto #ioleggoperché che sabato, domenica e il 18 aprile coinvolgerà il mondo del calcio. Vi raccontiamo come.
Cavina: Leggere mi ha salvato
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Cristiano Cavina, il mediano scrittore: suona bene?

«Pensare che sono cresciuto in una casa senza libri...».

Cioè?

«Nessuno leggeva, non si compravano libri. Mia mamma era una ragazza madre, vivevo con i nonni. I libri li portavo via da scuola o da casa dei miei amici. Mi arrangiavo».

Le è servito però.

«Era un momento magico. L’unico in cui tutti erano sicuri di una cosa: non avrei combinato disastri. Se leggevo ero nel posto più quieto del mondo».

Il suo primo libro se lo ricorda?

«Le avventure di Pandi».

Il primo che le ha lasciato qualcosa?

«I ragazzi della Via Pal. Ero in ospedale, sempre a letto, potevo leggere. Fantastico. Chiesi a mamma un libro».

Non leggeva e basta. Non sembra il tipo.

«Infatti. Mi piace la musica e suonavo la chitarra solista. Ho tante cose da fare al mio paese. Sono uno antico. Poi da bambino facevo il chirichetto, giocavo a calcio sui campi di sabbia».

Ha scritto anche un libro sul calcio.

«Sì, è un’altra delle mie passioni. Ero un mediano difensivo. Ma il mio calcio è un altro, non quello di oggi. Tanti giocatori di Serie A magari da giovani sono passati sui campi di cui parlo io, altra poesia, altre storie. Penso a Minotti del Parma».

Per chi fa il tifo?

«Per il mio Cesena. Per il resto lo guardo in Tv, vedo la Nazionale. Ma una volta sognavo i gol in modo diverso. E’ come se avessero cambiato la liturgia del pallone, ma io sono fedele al vecchio credo. Ho memoria di partite incredibili. Oggi continuo ad amare il calcio, ma lo vedo cambiato, è come se fosse cambiato il gusto, non la passione».

C’è un libro che avrebbe voluto scrivere?

«Tanti. I tre moschettieri. O I Miserabili. O i libri di Osvaldo Soriano. O quelli di Stephen King».

A chi ne regalerebbe uno?

«A Varela vecchio capitano dell’Uruguay e a Walter Schachner, l’austriaco con la criniera... Un sogno e sarei felice».


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