<span style="line-height: 20.8px;">Roma Capitale, Marino si è dimesso</span>

Il sindaco, dopo l'annuncio delle dimissioni del vicesindaco e di due assessori, ha lasciato in serata l'incarico: "Con una verifica seria potrei cambiare idea»
Marino, che folla al Campidoglio per le probabili dimissioni del Sindaco
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ROMA - Ignazio Marino si è dimesso: da stasera non è più il sindaco di Roma, anche se in una lettera indirizzata ai cittadini non esclude ripensamenti entro venti giorni. La sua decisione è maturata al termine di una giornata durissima, con il Pd che si avviava alla mozione di sfiducia in base a quanto filtrava da ambienti dem.

 Un giovedì cominciato con una riunione della giunta nella quale i tre nuovi entrati dopo il rimpasto, il vicesindaco Causi e gli assessori Stefano Esposito e Luigina Di Liegro, hanno dichiarato che non ci sono più «le condizioni per andare avanti». Causi, Esposito e la Di Liegro si sono dimessi.

«POTREI RITIRARE LE DIMISSIONI» - Marino ha annunciato la sua decisione in una lettera indirizzata ai romani: "Care romane e cari romani, ho molto riflettuto prima di assumere la mia decisione. L'ho fatto avendo come unica stella polare l'interesse della Capitale d'Italia, della mia città. Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".

«TEMO CHE TORNI MECCANISMO MAFIOSO» - "Non nascondo di nutrire un serio timore che tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l'intero partito e il Campidoglio", si legge in uno dei passaggi più significativi del messaggio di Marino.


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