Slavina sull'Hotel Rigopiano: quattro morti, disperse 30 persone

La struttura è stata travolta da una valanga generata dalle scosse di terremoto che hanno colpito ieri il Centro Italia
Slavina sull'Hotel Rigopiano: quattro morti, disperse 30 persone
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ROMA - Altri due corpi, dopo quello recuperato stamattina, sono stati estratti dalle macerie dell'hotel Rigopiano di Farindola, la struttura, quasi interamente spazzata via, nella quale ci sarebbero state 35 persone (anche se quelle registrate in questura erano meno: 22 turisti, fra i quali alcuni bambini, e 7 dipendenti). I morti accertati sono dunque tre mentre i superstiti sono due, entrambi fuori pericolo. Tra i dispersi, ospiti dell'hotel, una famiglia di Osimo con un bimbo, una coppia di Castignano (Ascoli Piceno), un 25enne di Macerata con la fidanzata e un ternano di 33 anni. «Ci sono tonnellate di neve, alberi sradicati e detriti - hanno riferito i vigili del fuoco giunti sul posto - che hanno sommerso l'area dove si trovava l'albergo». «Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri da quella che era la struttura», ha riferito Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco.

IL GEOLOGO - Il geologo Gian Gabriele Ori, dell'università Gabriele d'Annunzio di Chieti, parla di un'enorme colata di detritì che ha travolto l'hotel. «È un fenomeno raro, che ha acquisito forza e velocità notevoli sotto la pressione della neve abbondante, dalla debolezza del terreno. Il terremoto lo ha innescato, come una miccia'. Secondo le prime ricostruzioni gli ospiti dell'albergo ieri a fine mattinata avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve, che attendevano per le 15.00, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19.00 e a quel punto è piombata la slavina.

ALLARME SU WHATSAPP - L'allarme era stato dato subito dopo via Whatsapp da uno dei superstiti: 'albergo sommerso dalla neve'. Per raggiungere il resort a quattro stelle di Farindola, in provincia di Pescara, a quota 1.200 metri, il Soccorso Alpino, il primo ad arrivare alle quattro del mattino, ha dovuto usare gli sci. Impossibile invece procedere, fino alla tarda mattinata, per i mezzi che si sono trovati la strada sbarrata da altre valanghe e alberi caduti. L'Hotel Rigopiano è stato completamente sommerso dalla neve e dagli alberi trascinati dalla valanga. La massa di neve e detriti ha investito in pieno la struttura da monte, lasciando scoperta soltanto una piccola parte verso valle, da dove sono entrati i soccorritori. Uno dei superstiti, Giampaolo Parete, ha raccontato: 'Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile'. Poi è riuscito poi a lanciare l'allarme. La moglie e i due figli di Parete sono sotto le macerie dell'albergo. «È arrivata la valanga - ha detto ancora ai sanitari il 38enne, ricoverato in Rianimazione - sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L'auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l'arrivo dei soccorsì».

APERTA INDAGINE - Aperta un'indagine da parte della Procura di Pescara sulla vicenda della valanga. L'ipotesi al vaglio del pm di turno, Andrea Papalia, per il momento è omicidio colposo. L'Hotel Rigopiano, spazzato via dalla slavina, era gestito dalla società Gran Sasso Resort, a cui lo aveva ceduto, a seguito del fallimento, la società Del Rosso Srl dei cugini Marco e Roberto Del Rosso, ex gestori della struttura. La storia della struttura e della Del Rosso vede, negli anni scorsi,fu segnata anche da un processo per presunto abuso edilizio conclusosi con una assoluzione a novembre, tanto che in paese e lungo la strada che porta all'hotel comparvero dei manifesti - tuttora visibili - in cui oltre agli auguri di buon Natale e felice 2017, si scriveva a chiare lettere 'Hotel Rigopiano: assolti con formula piena'. 

L'ALLARME - A dare l'allarme erano stati due clienti dell'hotel, Giampiero Parete e Fabio Salzetta, che al momento del disastro si trovavano all'esterno: entrambi sono stati soccorsi. «Mi sono salvato perché al momento della valanga ero andato a prendere una cosa in automobile - ha dichiarato Parete ai soccorritori - Sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito ad uscire». L'entità della tragedia è stata poi confermata dal presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco, che su Facebook ha scritto: «La struttura è stata presa in pieno dalla slavina, tanto che si è spostata di 10 metri».

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