ROMA - Un viaggio in pullman, uno di quelli in cui canti e ridi e ti passi le patatine di nascosto perché l'autista non deve saperlo. E poi foto, e dormire e cambiare posto e girarsi. Un normale e bellissimo viaggio in pullman, di quelli che tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita. Per sedici ragazzi ungheresi, però, è stato l'ultimo. Il pullman con a bordo soprattutto giovani tra i 14 e i 18 anni ha preso fuoco dopo esser finito contro un pilone dell'autostrada A4 all'altezza dello svincolo di Verona Est in direzione Venezia. 56 persone a bordo, 40 di loro sono rimaste ferite mentre si attesta a 16 il numero di vittime accertate. A complicare il tragico e doloroso iter del riconoscimento da parte dei familiari, già in viaggio per l'Italia, la condizione dei corpi: l'incendio, nonostante il tempestivo arrivo del Vigili del Fuoco, ha carbonizzato i resti rendendone difficile l'identificazione. Necessario sarà l'esame del Dna.
CONTROLLI - Il tratto autostradale resta, intanto, chiuso per accertarne le condizioni. Minuzioso il lavoro svolto dalla scientifica di Padova e Verona che, insieme alla polizia stradale veronese, sta raccogliendo tutti gli elementi utili per ricostruire la dinamica esatta dell'incidente. L'attenzione è concentrata anche nella raccolta e visione dei video della rete autostradale.
GLI AGGIORNAMENTI - I Vigili del fuoco fanno sapere che tutti sono stati portati in ospedale per controlli medici: 12 in gravi condizioni, un ferito in coma, 13 feriti leggeri e 12 illesi.
I SINGOLI - "Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. È ricoverato con ustioni profonde sulla schiena": a dirlo il console generale d'Ungheria, Judit Timaffy, arrivato a Verona nella notte dopo la tragedia. Il pullman stava tornando a Budapest dopo la gita scolastica sui monti francesi.