Dinamo, uno scudetto che viene da lontano

La storia del club sassarese ha radici profonde. E non c'è da sorprendersi se alla fine ache la Sardegna è arrivata sul tetto dell'Italia dei canestri
Dinamo, uno scudetto che viene da lontano
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ROMA - Il primo scudetto che va su un'isola, quello del Banco Sardegna, ma anche il secondo di sempre a sud di Roma. La leggendaria Juve Caserta del 1991 non è più sola, la Dinamo Sassari le fa compagnia nella hall of fame delle grandi imprese che vanno al di là della pallacanestro, che diventano simbolo e orgoglio di un intero territorio, fino a lì considerato periferico e snobbato.

Una nuova Basket City, quella in festa ormai da venerdì sera, e chi la conosce bene in fondo non può sorprendersi, se lo scudetto è andato a finire proprio a Sassari. Città di basket nel profondo, dove il calcio ha sì tradizione antica ma non combina nulla di buono da decenni, dove anche le serie minori hanno spazio e diritto di cittadinanza, dove una palla a spicchi l'hanno maneggiata tutti.

Nata nel 1950, la Dinamo è la bandiera della città da almeno un quarto di secolo. Sbarcò per la prima volta in serie A2 nel 1989, si chiamava già Banco Sardegna ma le divise erano bianco-verdi (il bianco-azzurro Dinamo fu ripristinato solo nel 2006). Ci rimase a lungo, in seconda serie, sotto la guida dell'indimenticabile avvocato Dino Milia, 33 anni da patron, forse un record.

A cavallo tra fine millenio un po' di turbolenza, salite e discese tra la A2 e la B1, grandi amarezze e grandi gioie in egual misura, ma il pubblico che continuava a riempire Piazzale Segni, sempre e comunque, nella buona e nella cattiva sorte.

Bandiera di una città Emanuele Rotondo, una vita per la Dinamo, il più forte giocatore sardo di sempre prima di Datome. Era nel giro della Nazionale ma rifiutò le offerte di club di importanti (Roma e Varese) perché voleva restarsene a casa, in Sardegna. Lo paragonarono a Gigi Riva, ma a lui interessava laurearsi: oggi è avvocato, allena i ragazzini e tifa Dinamo, ovviamente. La sua maglia numero 12 l'hanno ritirata assieme a quella di Travis Diener.

Sassari in Legadue stabilmente dal 2004, dopo una vittoria nei playoff di B1 a Trapani, che chi c'era ricorda molto più avventurosa della finale scudetto a Reggio Emilia... Finisce l'era Milia e inizia quella della famiglia Mele, ma nel 2008 esplode una crisi societaria serissima. Il titolo messo in vendita, la Dinamo che sta per sparire, solo all'ultimissimo minuto, convinto forse anche dal successo di una raccolta fondi spontaneamente scattata in città, il club si salva e riparte.

E' il nuovo ciclo, l'embione dello scudetto si può dire che venga da lì. Arriva Sacchetti e vince subito la Legadue nel 2010, poi è una scalata vertiginosa, con un nuovo proprietari,o ambizioso e innovativo, come Stefano Sardara. I playoff di A, la Coppa Italia nel 2014, l'Eurolega, un'altra Coppa Italia nel febbraio scorso. Mentre la gente di Sassari dimostra all'Italia come si possa tifare in modo caldo, fedele, appassionato, competente, senza sforare nell'inciviltà.

Oggi è scudetto, e non c'è nulla di cui sorprendersi. Tutta Sassari se lo merità.


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