Basket NBA, Bryant e i 10 anni dal record

Il 22 gennaio 2006 Kobe firmò 81 punti contro Toronto, seconda prestazione di sempre nella Lega, dopo i 100 di Chamberlain
Basket NBA, Bryant e i 10 anni dal record© AP
4 min

NEW YORK – Il primato tra le preferenze per l'All Star Game di Kobe Bryant è arrivato in un momento tutt'altro che casuale: esattamente dieci anni fa, il 22 gennaio 2006, la superstar dei Los Angeles Lakers realizzava 81 punti contro i Toronto Raptors. Cioè la seconda prestazione di sempre nella Lega, dopo i 100 realizzati da Wilt Chamberlain il 2 marzo 1962, nella vittoria dei Philadelphia Warriors sui New York Knicks per 169-147. Un record personale, quello di Kobe, accompagnato da una storia particolare, che vale la pena di essere raccontata.

AVVERTIMENTO – Poche settimane prima di quella notte, il 27enne Bryant aveva lanciato un “avvertimento”, con una prova da 62 punti contro Dallas – futura finalista NBA – in appena tre quarti. Kobe, infatti, uscì con i Lakers saldamente avanti, dopo aver segnato da solo un punto in più degli interi Mavericks. Brian Shaw, assistant coach di Phil Jackson, gli disse: “Perché non rientri in campo? Puoi superare i 71 punti di Elgin Baylor”. Bryant lo gelò: “Lo farò quando servirà alla squadra, oggi abbiamo già vinto”.

RABBIA – Eppure quel 22 gennaio non sembrava il preludio di un record: a livello mediatico Lakers-Toronto impallidiva di fronte alle finali di conference dei playoff NFL, lo stesso Bryant – reduce dalla festa di compleanno della figlia Natalia Diamante – era preoccupato per un ginocchio dolorante. E poi ci fu l'inizio lento dei Lakers, che finirono a -18 contro una squadra tutt'altro che esaltante nonostante la presenza di Chris Bosh, con i fischi dello Staples Center. Persino una striscia positiva interrotta - Bryant fallì un libero dopo averne realizzati 62 in fila - fece pensare ad una giornata storta.

REAZIONE - A quel punto, dopo i 26 punti all'intervallo (14 nel 1° quarto e 12 in un 2° giocato per metà), Kobe decise di passare all'azione, e con un terzo quarto da 27 punti cambiò l'intero scenario: “La loro difesa non reagiva rapidamente, e allora compresi di poter attaccare il canestro”. La rabbia divenne quella dei Raptors, e di Jalen Rose, tutt'altro che entusiasta di passare alla storia dalla parte sbagliata: “Più volte, durante la gara, suggerii di raddoppiare o triplicare Bryant. Nessuno dei suoi compagni avrebbe vinto la partita al posto suo”. E Mike James, play di Toronto, aggiunse: "Sembrava che non solo i suoi compagni, ma anche gli avversari, fossero felici di far realizzare a Kobe l'impresa. Non potevo crederci".

FESTA – Nel quarto periodo, Kobe entrò in totale trance agonistica: schiacciate, canestri in arresto e tiro dalla media, triple e tiri liberi. Bryant ha ricordato: “Lamar Odom mi disse: non arriverai mai a 60. Nel timeout successivo disse: non ce la puoi fare ad arrivare a 70. Nel quarto periodo mi disse: forza, puoi segnarne 80!”. E la quota 80 non solo la raggiunse, ma la superò. “Ma io ce l'ho con Kobe, che su mio assist avrebbe potuto segnare la tripla degli 84. Ma poi mi ha detto: no, 81 suona meglio” ha spiegato Sasha Vujacic. A 4” dalla fine, Bryant lasciò il campo con lo Staples Center in delirio: una standing ovation per gli 81 punti, 21/33 da due, 7/13 da tre, 18/20 ai liberi. E con i Lakers vincitori 122-104. “Era il giorno del compleanno di mio nonno, che purtroppo non c'era più: era lui a inviarmi le videocassette NBA quando ero piccolo e vivevo in Italia” è stata la dedica di Bryant.


Acquista ora il tuo biglietto! Segui dal vivo la partita.© RIPRODUZIONE RISERVATA