Basket NBA al via, la Northwest Division

Gallinari e Denver recitano da outsider. Westbrook guida la prima Oklahoma City senza Durant, Lillard vuole trascinare Portland verso un ulteriore salto di qualità. Minnesota, quanto talento!
Basket NBA al via, la Northwest Division© AP
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NEW YORK – Danilo Gallinari e Denver vogliono un ruolo da protagonisti nella Northwest Division che scatta senza Kevin Durant. La prima Oklahoma City senza KD va dove la porterà Russell Westbrook: il playmaker ha giurato fedeltà ai Thunder con il rinnovo da 85 milioni di dollari per tre anni. La sfida al vertice della Division è con Portland e Damian Lillard, che a sua volta ha esteso con i Blazers per 120 milioni in cinque anni. Le squadre emergenti sono Utah, che con Joe Johnson, George Hill e Boris Diaw ha aggiunto esperienza, e Minnesota, che agli ordini di Tom Thibodeau schiera gli ultimi due rookie dell’anno, Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns, e un candidato alla successione, Kris Dunn.

 

OKLAHOMA CITY – Westbrook è rimasto solo dopo la partenza-choc di Kevin Durant e, visto il ruolo di unica superstar a disposizione di Billy Donovan, Westbrook viene indicato come uno dei grandi favoriti per il titolo di MVP. Ma se lo scorso anno Oklahoma City arrivò a un passo dalle Finali – eliminando San Antonio ma poi sprecando il vantaggio di 3-1 nella finale ad Ovest contro Golden State – l’obiettivo odierno è legato soprattutto all’accesso ai playoff. Gli alleati di Westbrook sono i nuovi arrivi come Victor Oladipo, Ersan Ilyasova e i rookie europei Alex Abrines e Domantas Sabonis, ma anche i confermati come Enes Kanter – uno dei migliori lunghi offensivi della Lega - e gli specialisti difensivi Andre Roberson e Steven Adams. Gli uomini non mancano, ma Oklahoma City non potrà sciupare una singola occasione, pena il mancato accesso ai playoff.

 

PORTLAND – Attorno a Lillard, che l’anno scorso ha giocato da superstar superando i 25 punti di media, Terry Stotts cerca l’ulteriore salto di qualità. CJ McCollum è uno dei migliori secondi violini della Lega, dopo aver realizzato oltre 20 punti a gara. La chiave diventa il cast di supporto, più forte grazie alla maturazione di un tiratore come Allen Crabbe e all’innesto di Festus Ezeli, in arrivo da Golden State per alternarsi a Mason Plumlee. Ezeli aiuterà la difesa, la vera area di miglioramento per i Blazers, penultimi per punti concessi tra le squadre che lo scorso anno hanno disputato i playoff.

 

UTAH – I Jazz ritrovano Dante Exum, dopo l’infortunio che gli ha fatto saltare l’intera scorsa annata, e innestano Joe Johnson, Diaw e George Hill. Per questa ragione e per la maturazione dei vari Rodney Hood, Alec Burks, Derrick Favors e Rudy Gobert, la squadra di Quin Snyder può conquistare quei playoff soltanto sfiorati lo scorso anno (Utah chiuse a una vittoria dall’ottavo posto e a due dal sesto). Oltretutto i Jazz arrivano da un’annata con la seconda miglior difesa dell’intera Lega, alle spalle soltanto di San Antonio. Tuttavia Utah parte con Gordon Hayward ai box per l’infortunio alla mano sinistra, anche se il leader offensivo è atteso in campo già a metà novembre.

 

DENVER – Gallinari è reduce dalla miglior annata nella NBA (19.5 punti ma sempre con 29 gare saltate) e resta il punto fermo dei Nuggets, accanto a Jameer Nelson, Wilson Chandler e Kenneth Faried. Le certezze per Michael Malone, però, finiscono qui, e la stagione dei Nuggets rischia di dipendere dalle guardie giovani e dai lunghi europei. Nel primo caso, Emmanuel Mudiay deve mostrare passi avanti dopo un’annata contrassegnata dalle palle perse, al suo fianco il canadese Jamal Murray – settima scelta assoluta – è chiamato a confermare le doti balistiche mostrate a Kentucky. Nella front-line, Juancho Hernangomez si aggiunge a Nikola Jokic e Jusuf Nurkic, incaricati di presidiare l’area. Con questo organico, Denver vive una sorta di anno zero, per iniziare la risalita, tuttavia le 57 vittorie del 2013 – quando George Karl e Masai Ujiri, coach e gm dell’anno, vennero misteriosamente allontanati – sembrano una vetta ancora distante.

 

MINNESOTA – Il simbolo della franchigia, Kevin Garnett, si è ritirato, ma il talento non manca comunque. Gli ultimi due rookie dell’anno, Andrew Wiggins e Karl-Anthony Towns, vengono affiancati da Kris Dunn, candidato al titolo di miglior debuttante. Il grande acquisto per i TWolves, però, potrebbe essere coach Tom Thibodeau, pronto ad aprire un nuovo ciclo dopo aver riportato al vertice Chicago. Thibodeau deve formare una gerarchia in regia, dove sono presenti Ricky Rubio, il re degli schiacciatori Zach LaVine, Dunn e Tyus Jones. C’è abbondanza anche in ala, dove Brandon Rush affianca Shabazz Muhammad, reduce da un’annata in flessione. Sotto canestro non c’è l’infortunato Nikola Pekovic, ma Gorgui Dieng – con Jordan Hill cambio – sembra pronto a esplodere. Per questo i TWolves sono in grado di puntare al ritorno nei playoff a 12 anni dalla finale di conference della squadra della bandiera Garnett.


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