Torre Angela Acds (Juniores reg.), Polletta: «Un mese a un dirigente per un pugno a un minore, ma si può?»

Il tecnico: «Comincio davvero ad avere nostalgia dei tempi della scuola calcio»
Torre Angela Acds (Juniores reg.), Polletta: «Un mese a un dirigente per un pugno a un minore, ma si può?»
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Roma – Un sabato amaro per la Juniores regionale C del Torre Angela Acds, non solo per la sconfitta che i ragazzi di mister Daniele Polletta hanno incassato sul campo della Pro Roma (2-3), ma anche per gli strascichi che ne sono seguiti. Il giudice sportivo ha squalificato Marco D’Orazi per tre giornate (due per il cartellino rosso e una per l’ammonizione che si è sommata alla diffida) e Luca Trincia per due (“espressioni offensive all’arbitro” dopo la fine della partita). Ma la cosa che più stride nel comunicato diffuso ieri dal giudice sportivo è la sanzione irrorata a un dirigente della Pro Roma, squalificato fino all’8 febbraio prossimo (e dunque, di fatto, per quattro giornate) per “aver colpito con un pugno un calciatore avversario”. «Non capisco proprio il metro di giudizio – dice mister Polletta – Una persona adulta, che dovrebbe avere molto più il controllo della situazione, colpisce un minore come correttamente riportato dall’arbitro e il giudice gli infligge un mese di squalifica, mentre il nostro Trincia per protestare con il direttore di gara a fine match rimedia due giornate». Il tecnico racconta da dove è scaturito l’episodio. «La sfida è stata abbastanza tranquilla fino a metà ripresa. Poi, durante un nostro contropiede, la panchina della Pro Roma manda volutamente un pallone in campo e un nostro ragazzo lo scaglia fuori. Poi un altro va a riprendere “l’altra palla”, quella con cui si stava giocando e che era finita in fallo laterale, e un dirigente avversario si mette muso a muso con un nostro ragazzo: per cercare proteggere il suo compagno arriva D’Orazi che successivamente viene colpito e ne esce col labbro sanguinante. La gara finisce senza recupero e l’arbitro segnala le proteste di Trincia, che era il capitano e stava solo dicendo all’arbitro che il gioco era stato fermo per dieci minuti». Il tecnico, da sempre molto appassionato ed entusiasmo, denuncia anche una certa “stanchezza” personale. «Purtroppo non è il primo episodio strano che ci capita in questa stagione. Noi ci prendiamo sicuramente le nostre responsabilità anche se assieme alla società abbiamo sempre catechizzato i ragazzi per non farli cadere in determinate reazioni, però sinceramente ho un po’ di nausea nel pensare a cosa è diventato il calcio in generale e quello giovanile in particolare. Tra l’altro questa dovrebbe essere una categoria di “preparazione” dove gli animi dovrebbero essere più distesi e invece più di qualche volta ci siamo trovati in situazioni estremamente agitate. Comincio seriamente ad avere nostalgia dei tempi da allenatore di Scuola calcio…» conclude amaro Polletta.


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