Cagliari, un anno di errori ma ora devi voltare pagina

I primi dodici mesi della gestione Giulini caratterizzati da scelte deficitarie che hanno causato la retrocessione. Indispensabile modificare i criteri di scelta tecnica
Cagliari, un anno di errori ma ora devi voltare pagina
Vincenzo Sardu
3 min

Il Cagliari esce da un anno di decisioni sbagliate. Dalla scelta di un allenatore oltre le righe come Zeman alla totale assenza di filtri e di input adeguati per rendere meno ardito l’organico di matrice boema. Con il conseguente mercato estivo deludente prima, i risultati pessimi poi, la crisi sfociata a dicembre con un esonero. Lì altro errore strategico, chiamare Zola (straordinario sotto tutti i punti di vista ma sprovvisto delle caratteristiche necessarie per pilotare una rincorsa come quella con un organico campato per aria) anziché un esperto della materia (Reja?). Quindi il mercato di gennaio che ha sanato solo in minima parte i vuoti umani e tecnici, per arrivare sino all’esonero di Zola e al ritorno di Zeman: e chi ha voluto questa ultima mossa, soprattutto, ha assestato al Cagliari il colpo da ko.

Che la squadra spesso non sia stata fortunata non ci piove, che la fortuna la si debba cercare e meritare è altrettanto noto. Così il declino è stato inarrestabile e l’avvento di Festa - portatore di criteri tecnici e gestionali non fantascientifici ma di sicuro più attinenti alla rosa a disposizione - è stato tardivo.

Bisogna ripartire dalla B. Da un gruppo di giocatori da ricostruire quasi integralmente. Facciamo due conti: un portiere (Brkic è prestito secco), due centrali difensivi (Rossettini ha richieste e Diakitè in B non resta), un esterno mancino (Murru ha deluso e Avelar è in partenza), tre centrocampisti (Conti chiude la carriera, Ekdal e Donsah sono in vendita), due attaccanti. Si parla di otto-nove pedine per i primi undici, poi ci sarà da rivedere qualcosa anche nel settore rincalzi.

La domanda è: chi pianificherà queste esigenze, chi definirà la strategia di mercato, e chi la realizzerà nelle trattative? Il presidente Giulini ancora non ha fatto la mossa che dovrebbe essergli suggerita dall’esperienza di un anno sportivamente fallimentare, cioè affidarsi ai consigli e ai servigi di persone diverse. Lui stesso, che ha scelto due allenatori e qualche ruolo (il portiere?) dovrebbe astenersi da indicare nomi al di fuori di quello di un dg capace cui demandare la scelta dell’allenatore e le operazioni di mercato.

Esattamente ciò che non sta succedendo al Cagliari. In perfetta simbiosi con il criterio utilizzato un anno fa e, purtroppo, da cui è partorita la retrocessione. Giulini, persona di sicuro onesta e perbene, non può e non deve ripetere gli errori, evidenti, commessi nei suoi primi dodici mesi da presidente del Cagliari. Dire, in radio, che cedere qualche buon giocatore è una fortuna per sistemare i conti è l’ultima cosa che dovrebbe pensare. Per sua comodità, basta ricordare chi c’era nel Cagliari che ha vinto gli ultimi due campionati di B: O’Neill, Muzzi, Dario Silva nel ‘98, Zola, Festa, Esposito, Suazo e Langella nel 2004. Avere in squadra giovani che hanno “fame” non è una cosa sbagliata, ma non possono esserci soltanto loro, se non si vuole che la stessa “fame” continui ai tifosi ai quali è venuta e che nessuno avrebbe voluto.


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