Allegri: «Volevo Cassano alla Juve»

Intervenuto a "Tiki Taka" su Italia 1 il tecnico bianconero ha parlato della finale di Champions contro il Barcellona, ma ha confermato che Fantantonio a gennaio è stato vicino a trasferirsi a Torino, poi su Morata: "E' un testone, ma se mi ascolta diventerà ancora più forte. Pirlo? Non è vero che al Milan non lo volevo più. Dybala? E' del Palermo...".
Allegri: «Volevo Cassano alla Juve»© ANSA
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Massimiliano Allegri ha proiettato lo sguardo alla finale di Champions League intervenendo a “Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco”, il talk show sportivo condotto da Pierluigi Pardo in onda ieri sera su Italia 1. "Quella contro il Barcellona - ha spiegato - non è una partita difficile come sembra da preparare. Anzi, è molto facile... Innanzitutto perché è la finale e poi perché il Barcellona lo conosciamo tutti: rispetto alla scorsa stagione hanno un palleggiatore in meno e quei tre davanti attaccano molto di più la profondità". Il tecnico di Livorno, però, ha parlando anche di molto altro.

 

CONTESTAZIONE - Uno dei primi pensieri lo ha riservato alla contestazione ricevuta al suo arrivo a Torino: "Fa effetto risentire certi cori adesso, ma sono stati un grande stimolo. A me piacciono le sfide, anche quelle impossibili, perché penso che nella vita non ci sia niente di impossibile. Sono arrivato alla Juve con la consapevolezza che questo gruppo potesse fare ancora di più, dal punto di vista del gioco e dei risultati, rispetto allo straordinario triennio con Conte. Morata? Alvaro è un testone, ma diventerà un grandissimo giocatore. È già grande, ma è sulla strada per diventare grandissimo. Tevez ha raggiunto livelli straordinari, ma quello che mi impressionato di più di lui è l’impatto caratteriale. Per Buffon, invece, sono finiti gli aggettivi, ma tutto il gruppo è stato straordinario. Le partite chiave? Le trasferte a Firenze, Dortmund e Napoli".

CASSANO? TUTTO VERO... - Una settimana fa sempre a "Tiki Taka" Cassano aveva detto di essere stato a un passo dalla Juventus nello scorso mercato di gennaio e Allegri ha confermato tutto: "Con Antonio ogni tanto mi sento. Era il periodo in cui stava andando via Giovinco e noi stavamo riflettendo su chi ci poteva essere utile. È vero, avevamo pensato a lui perché quando pensi a un giocatore di qualità, non puoi non pensare anche a Cassano".

RICORDI ROSSONERI - Eccoci al suo passato milanista: "In rossonero devo riconoscere che ho passato tre anni e mezzo splendidi e che abbiamo raggiunto grandi risultati. Quelle stagioni rappresentano una parte importante della mia carriera, come quelle al Cagliari. Credo che l’anno prossimo il Milan tornerà a lottare per i primi tre posti perché si muoverà bene sul mercato e perché la vittoria ce l’ha nel dna. Dovremo temere il ritorno del Milan. Se consiglierei a Ancelotti di andare al Milan? Carlo è talmente bravo e ha vinto talmente tanto che non ha bisogno dei miei consigli. Inzaghi? Lo stimo, allenare una grande squadra non è facile: per allenare un top club non bastano tecnica e tattica, quelli tutti la imparano, ma bisogna sapere resistere alle grandi pressioni e avere grandi capacità di gestione dell’aspetto psicologico".

PIRLO? NON SONO MATTO - Allegri ha poi sfatato un mito: "La leggenda che sono stato io a non volerlo al Milan mi fa sorridere e non voglio passare per matto. La verità è che lui sarebbe potuto rimanere un altro anno, al termine del quale sarebbero andati via i senatori, oltre a Ibra e Thiago Silva. Sarebbe rimasto orfano e allora ha fatto una scelta. Secondo me aveva bisogno di altre motivazioni, ma io non ho mai avuto alcun dubbio sulle qualità di quello che era ed è un campione". Finale su Dybala, senza ammissioni: "È un buon giocatore, ma deve imparare tanto ancora. Ad oggi, è ancora del Palermo".


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