Conte, incubo scommesse: potrebbe anche dimettersi

Il ct della Nazionale punta all'archiviazione o in alternativa al giudizio immediato, altrimenti potrebbe lasciare la Nazionale
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Dopo i sei interrogatori a cui i magistrati di Cremona hanno sottoposto Hristian Ilievski, gli avvocati di Antonio Conte hanno inviato agli inquirenti, che da quattro anni e mezzo stanno portando avanti l’inchiesta sul calcio scommesse, una nuova memoria difensiva, la terza, nella quale viene ribadita l’assoluta estraneità di Antonio Conte alla vicenda. Il ct è stanco di questa situazione, di essere associato a questa triste pagina dello sport italiano e vuole uscire in fretta. Senza essere coinvolto in un processo che avrà tempi lunghissimi, complici l’elevato numero di persone che in autunno verrà rinviato a giudizio. Lui punta ad uscirne in fretta, non con un patteggiamento, ma con un’archiviazione (come successo a Gattuso) o, nella peggiore delle ipotesi, con un processo con rito immediato da celebrare prima dei rinvii a giudizio. Se tutto ciò non fosse possibile non va escluso che possa pensare a un gesto clamoroso come per esempio le dimissioni. Perché non intende affrontare il prossimo Europeo (la qualificazione è ancora da conquistare, ma c’è fiducia a riguardo) in mezzo a una bufera giudiziaria personale che condizionerebbe il rendimento della squadra. Perché lui pensa soprattutto a quello: all’Italia.

CREDIBILITA’ MINATA - I legali di Conte hanno sottolineato quanto le dichiarazioni di Ilievski abbiano minato la credibilità di Carobbio, il principale accusatore dell’ex allenatore della Juventus. Il macedone conferisce all’ex centrocampista del Siena un ruolo chiave nella combine di Novara-Siena, sostiene che sarebbe stato lui a garantire un Over 3,5. In pratica la stessa versione che Gervasoni aveva fornito agli inquirenti. Carobbio invece ha fatto mettere a verbale che l’accordo (per un pareggio e non per l’Over) non lo aveva fatto lui, ma gli era stato comunicato da Conte stesso. La mossa degli avvocati del ct è chiara: convincere il pm di Cremona Roberto Di Martino ad archiviare la posizione di Conte dopo che anche a lui, come ad altri 120 indagati, è arrivato l’avviso di chiusura delle indagini. Né il commissario tecnico né la Federazione voglio aspettare che sia il Gup a decidere un eventuale rinvio a giudizio.



PRIMA DEGLI EUROPEI - Nelle memorie difensive in mano a Di Martino i legali del ct spiegano l’insussistenza del reato di frode per le partite per cui l’ex-allenatore della Juventus è coinvolto, ovvero Novara-Siena e AlbinoLeffe- Siena. Al massimo viene contemplata l’omessa denuncia che non costituisce reato per la giustizia ordinaria. L’allenatore azzurro non vuole correre il rischio di affrontare un processo che inevitabilmente si trascinerà per diversi mesi, forse anni, magari fino alla prescrizione. Per una persona nella sua posizione sarebbe una cosa inaccettabile e finirebbe per penalizzare l’intero movimento oltre che per rovinare gli Europei azzurri. Perché la scelta del rito immediato in caso di mancata archiviazione? Perché rispetto al rito abbreviato, quello immediato prevede anche il contro-interrogatorio, che evidentemente costituisce parte della strategia difensiva da utilizzare in un eventuale processo.

 


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