Pescara, ora Zeman è di troppo

Il grande finale di stagione del giovane tecnico Oddo - che avrebbe certamente meritato la A - rimette in discussione l'accordo già raggiunto dalla società per il ritorno del boemo, tre anni fa protagonista con la promozione
Pescara, ora Zeman è di troppo
Tullio Calzone
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Non è stata una magnifica cavalcata come tre anni fa, quando con Zeman in panchina e Verratti, Insigne e Immobile in mezzo al campo non ci furono letteralmente avversari, ma alla fine il Pescara ha comunque riacceso i cuori dei suoi tifosi. Dopo aver riempito in ventimila l’Adriatico nel primo match di questa interminabile lotteria dei play off, sono accorsi in tremila l'altra sera al Dall’Ara per spingere il giovane Oddo oltre se stesso. Un'impresa sfiorata e meritatissima, ma in A alla fine soffrendo e sbuffando in dieci uomini, è andato il Bologna di Delio Rossi.

PROSPETTIVE - A proposito del tecnico pescarese figlio d’arte (il papà Franco battè il Napoli di Reja 10 anni fa con l’Avellino subentrando a Cuccureddu nel finale di campionato), il presidente Daniele Sebastiani aveva già fatto sapere di essere intenzionato a confermarlo in qualsiasi categoria dopo un finale di stagione avvincente che ha catapultato gli abruzzesi sin alle soglie della A. Un’intenzione che chiaramente cozza in maniera evidente con i rumors che avevano riaccostato Zeman alla panchina biancazzurra nelle scorse settimane. In realtà l’incontro tra il patron e il tecnico boemo c’era effettivamente stato ed era stata trovata anche un’intesa di massima sulla rifondazione da avviare in concomitanza del ritorno dell’ex allenatore di Lazio e Roma, reduce dall’esperienza fallimentare di Cagliari con un esonero e un abbandono per evidente impossibilità a praticare il suo calcio arrembante. Pescara sarebbe stata l’occasione propizia per completare un lavoro restato in sospeso a causa della chiamata irrinunciabile della Roma tre anni fa, subito dopo la vittoria del campionato davanti al Torino di Ventura.
  
PROGETTI E REALTA’ - I contatti tra Zdenek e Sebastiani risalivano al periodo in cui al timone del Pescara c'era Marco Baroni e l’andamento della squadra era ancora abbastanza altalenante. La successiva decisione di esonerare l’ex difensore di Napoli e Roma, scaturita a seguito dell’inopinata sconfitta in casa del Varese già retrocesso alla penultima della regular season, risultato che aveva messo in serio pericolo la partecipazione agli stessi spareggi per la A, e il boom di Massimo Oddo sulla panchina del Pescara hanno cambiato totalmente lo scenario sino a generare un piccolo rebus. Che fine farà l’intesa tra Sebastiani e Zeman? Escluso un ruolo da direttore tecnico, poco immaginabile l’affiancamento in società al vecchio amico Peppino Pavone in un’area scouting in realtà funzionalissima al rilancio della società non più così solidissima dal punto di vista economico dopo due anni in B, Zdenek diventerebbe un ingombrante paraddoso. Inseguito per almeno le ultime due annate dopo la retrocessione in cadetteria e dopo aver sistematicamente rifiutato le proposte del club biancazzurro, il boemo verrebbe accantonato proprio nel momento in cui si era lasciato convincere da Sebastiani a ritornare alla guida del Pescara. Ma già lo vogliono in Svizzera!

  
 


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