Melo: «All'Inter per vincere»

L'ex centrocampista del Galatasaray è stato presentato ai giornalisti ad Appiano Gentile.
Melo: «All'Inter per vincere»© Getty Images
Andrea Ramazzotti
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APPIANO GENTILE - Presentazione ufficiale per Felipe Melo che, con la sua maglia numero 83, ha mostrato di avere le idee chiare in vista della sua avventura all'Inter.

Melo, ha mai avuto paura di non arrivare all’Inter dopo il rinnovo del contratto con il Galatasaray?
Paura no. La porta che Dio apre, nessuno chiude. Ero tranquillo aspettando l’opportunità.

Le dà fastidio che si parli di lei come un giocatore “cattivo”?
Per niente. Io sono così e questa è la mia forza.

Si raccomanderebbe per il fantacalcio visto che lei ha il cartellino facile?
Lo scorso anno non ho preso nessun cartellino rosso. Non sono quello di 5 anni fa e ogni stagione sono migliorato. Le ammonizioni le prenderò sempre perché i falli tattici quando devo farli li faccio.

Che idea si è fatto di questa Inter?
E’ un’Inter piena di fame e di voglia di vincere il campionato. Quando sono stato qua l’ho sempre vista vincere ed è un club abituato a conquistare trofei. Il mio idolo quando giocava all’Inter è sempre stato Simeone.

L’Inter è già al livello di Roma e Juventus?
L’Inter è tra le favorite per vincere per la sua tradizione, poi vedremo quello che succederà sul campo.

Cosa pensa di dare all’Inter?
Posso dare una mano e aiutare la squadra.

Ha voglia di rivincita rispetto alla Juventus che l’ha ceduto al Galatasaray dopo 2 anni?
Penso al presente e al futuro. Perché il futuro sia bello devo lavorare bene bene nel presente. Al Galatasaray ho vinto tanto e ho parato anche un rigore diventando l’idolo dei tifosi. Ora voglio far bene all’Inter

Ha dato nome a suo figlio Lineker in onore dell’attaccante inglese?
Il nome Lineker piaceva a mio papà: voleva chiamare così mio fratello e gli ho chiesto di “lasciare” quel nome a me per il mio primo figlio.

 

Cosa sta fisicamente? Può giocare nel derby?
Sono un po’ più indietro perché sono rientrato dalle vacanze più tardi. Mi manca qualcosa a livello fisico, ma per il derby sarò pronto.

Perché ha scelto il numero 83?
Perché l’83 è il mio anno di nascita. L’8 rappresenta l’infinito; il 3 Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

Pensa di trovarsi meglio in un centrocampo a 2 o a 3?
Io penso a giocare e a fare bene. A 2 o a 3 è lo stesso.

Mancini l’ha voluta perché è un giocatore di personalità. Mancava personalità a questa squadra?
Per quel che riguarda l’aspetto caratteriale qui ci sono dei leader, ma posso dare una mano ai giovani e al club. Credo però che l’Inter possa dare a me una mano per tornare in nazionale perché è un grande club.

I tifosi di San Siro apprezzano i tifosi che danno tutto. Pensa di poterli conquistare come quelli del Galatasaray già nel derby?
Io li voglio conquistare da oggi, dalla gara contro il Lecco, non dal derby… Penso di fare la storia qui come al Galatasaray. Sono arrivato e ho detto che volevo vincere qualcosa e lo dico anche adesso.

Perché l’Inter ha fatto bene a prendere Telles?
E’ un giocatore che ha un sinistro magico ed è giovane. Ha voglia di vincere e di andare in nazionale. E’ un vincente.

Cosa le ha detto Sneijder dell’Inter?
Non ne abbiamo parlato. Mi ha fatto solo l’in bocca al lupo.

E’ vero che in Turchia è stato minacciato con la pistola dai dirigenti del Besiktas?
Il grande problema della Turchia è questo: lì si dicono tante bugie. Io non ho mai avuto problemi in Turchia, con mia moglie abbiamo fatto amicizia con tanta gente e tornerò lì a vedere gli amici. La mia famiglia e io siamo stati benissimo a Istanbul.

E’ vero che anche in passato è stato vicino a indossare la maglia dell’Inter?
Quando ero alla Fiorentina avevo fatto un precontratto con l’Inter: mi voleva Mourinho, ma poi non so perché non sono arrivato qua. Anche dopo il primo anno al Galatasaray abbiamo parlato con i dirigenti nerazzurri. Adesso sono qua 5-6 anni dopo e sono contento.

Cosa pensa di Kondogbia?
Gioca in nazionale ed è un giocatore importante. Ha fatto bene in Champions e adesso dobbiamo fare bene in campo.


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