Dai gol al web: la nuova vita di Saha

L'ex attaccante dello United, alla Lazio per 6 mesi nel 2013, ha fondato Axis Stars, una piattaforma per far incontrare atleti, sponsor e aziende che propongono investimenti. «La massima trasparenza tra giocatori e agenti e consigli che possono darsi gli atleti tra loro. Un qualcosa che resti nel tempo. Per me era un obiettivo di vita e penso di aver trovato lo strumento giusto. Il calcio italiano cresce. Consiglio due nomi: Kane e... Verratti»
Louis Saha: quattro anni con lo United sino al 2008. Nel 2013, per sei mesi, sbarca a Roma. Una manciata di minuti prima di ritirarsi dal calcio© PA
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ROMA - Da calciatore aveva imparato a sbrigarsela da solo: voleva sapere tutto di regolamenti e contratti perché, come ha raccontato in una biografia (“Du quartier aux étoiles”, ed. Anne Carrière) di brutte sorprese ne era capitate a lui e tanti altri giovani atletici incontrati negli anni. Del resto, è stato proprio grazie alla conoscenza di tutti i cavilli regolamentari della Fifa che Louis Saha, all’inizio del febbraio 2013, riuscì a firmare con la Lazio dopo essersi svincolato pochi giorni prima dal Sunderland. Si era liberato durante la finestra invernale di mercato: per la circolare Figc non avrebbe potuto chiudere la stagione in Italia, per il regolamento Fifa invece sì. Di lì a qualche mese, dopo aver vinto la Coppa Italia nello storico derby con la Roma, Saha lascerà la Lazio e pure il calcio giocato.

NON SOLO AGENTE - Allenatore, dirigente, opinionista tv, agente di calciatori: a fine carriera, le scelte non sono poi così illimitate. E in effetti l’attaccante francese, due campionati e una Champions con il Manchester United, ha mosso i primi passi nella direzione del supporto ai calciatori, entrando nella squadra di procuratori della Stellar Football, la stessa agenzia che curava i suoi interessi fino a pochi mesi prima. Non era abbastanza, però. Non era un percorso abbastanza innovativo.

SUPPORTO GLOBALE - Perché seguire un calciatore, o in generale un atleta di alto livello, non vuol dire solo affiancarlo nelle tappe fondamentali della carriera: una nuova squadra, un nuovo contratto. Vuol dire anche seguirlo fuori dal campo: assicurazioni, sponsorizzazioni, investimenti. Tutto ciò che può proteggere gli sportivi dal rischio più grosso: ritrovarsi, a pochi anni dal ritiro, con seri problemi finanziari. Accade a uno su due nell’arco di cinque anni dalla fine della carriera. Dall’incontro con un amico esperto di nuove tecnologie è nata all’ora l’idea di fondare Axis Stars, una piattaforma “blindata”, cioè a invito, dove sportivi di alto livello possono entrare in contatto con aziende che propongono contratti di sponsorizzazione oppure investimenti. E la garanzia reciproca è il giudizio positivo di colleghi che hanno già sondato quel canale. Axis Stars nei mesi scorsi ha organizzato due grandi eventi mondiali - a Cannes, in occasione del Festival, e poi a Los Angeles - e conta già su testimonial di alto profilo tra gli ex calciatori: Drogba, Cissè, Evra, Rio Ferdinand, Silvestre.

LA SCELTA - Louis Saha spiega così la sua nuova scelta professionale: «Quando ero giocatore, pensavo di restare nel mondo dello sport ma non sapevo ancora esattamente in quale ruolo. Volevo però che i problemi che avevo avuto nella mia carriera, potessero essere utili in qualche modo. Per questo ho scritto anche un libro per cercare di dare il massimo di informazioni possibili ai giovani che cominciavano la carriera di calciatore. Ma mi sono reso conto che un libro é qualcosa di effimero, si dimenticano facilmente i suoi consigli. Così ho deciso di creare questa piattaforma per atleti professionisti che permette ai giovani di trovare un aiuto per ogni problema, che prevede la massima trasparenza tra giocatori e agenti e consigli che possono darsi gli atleti tra loro. Un qualcosa che resti nel tempo. Per me era un obiettivo di vita e penso di aver trovato lo strumento giusto. Ora bisogna che i giocatori capiscano che Axis Stars é a loro disposizione e che addirittura gli permetterà di restare in contatto tra loro, anche dopo aver smesso la carriera».

IL CALCIO ITALIANO - Cosa pensa Saha dei valori espressi dal campionato italiano? La qualità si sta alzando, visti anche i risultati nelle coppe?«Penso di si. E’ vero che da qualche anno si imputa al calcio italiano un’assenza di aggressività offensiva, squadre con tattica abbastanza chiusa, alcune che praticano il 3-5-2 ma oggi  c’è un po’ più di qualità, più equilibrio. L’abbiamo visto con la Juventus che difende ma che contrattacca anche molto bene e in velocità, con la Roma, la Fiorentina, la Lazio, squadre comunque difficili da battere. Per aver sperimentato 6 mesi il calcio italiano, ho visto molte cose che mi hanno sorpreso e mi sono piaciute ed altre che sono da cambiare, come gli stadi vuoti che colpiscono rispetto a quelli inglesi e tedeschi».

LA SUA LAZIO - Ha visto la “sua” Lazio qualificarsi ai play off di Champions ma fallire l’accesso ai gironi. Il gioco espresso da Piolo, però, gli piace: «Hanno instaurato una sorta di nove e mezzo-dieci con Felipe Anderson e giocatori liberi di esprimersi con una voglia incredibile di fare. Si ha l’impressione che questa libertà tattica li renda più difficili da “leggere”  e quindi da bloccare. E penso che anche per questo abbia dato voglia ai tifosi di andare allo stadio».

IL FUTURO - Italia di nuovo protagonista del mercato europeo. Ma le grandi star torneranno qui? «Il campionato italiano ha pur sempre una sua forza e un suo fascino ma é vero che il campionato spagnolo e inglese sono i più ambiti: in Spagna ci sono Real Madrid e Barcellona e più possibilità di vincere la Champions League. Il campionato inglese resta comunque molto competitivo con sette-otto club che in qualunque momento possono fare concorrenza alle favorite. Un’altra cultura, insomma. Il calcio italiano oggi é meno ‘“sognato” perché c’é appunto questa abitudine a un campionato più chiuso, a questo stile di gioco di cui parlavamo prima. Sta iniziando piano piano a cambiare. La Germania l’ha fatto. Ha modificato stile di gioco e mentalità con un’apertura di spirito per arrivare poi alla Nazionale che ha oggi, un compromesso tra un calcio molto fisico e organizzato e un gioco che può sorprendere con giocatori tecnici e di talento».

CONSIGLI - Quali giovani talenti internazionali suggerirebbe ai club italiani? Saha ne indica due, e uno sarebbe un “ritorno”: «E’ difficile dare nomi che si distinguano in Francia e in Inghilterra. Harry Kane del Tottenham é un talento ma deve confermarsi. Il migliore per me é... italiano! E’ Marco Verratti, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. E’ partito presto dall’Italia, é diventato titolare al PSG e si sta facendo strada in nazionale».


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