ROMA - L’Italia ha vinto solo una volta l’Europeo: era il 1968, sono passati quarantasette anni, il ct era Ferruccio Valcareggi e gli azzurri superarono in finale a Roma la Jugoslavia (2-0, gol di Gigi Riva e Pietro Anastasi). Una medaglia d’oro e due secondi posti: nel 2000, con il ct Dino Zoff, l’Italia fu sconfitta dalla Francia (1-2, golden-gol di David Trezeguet) a Rotterdam, mentre nel 2012 - con Cesare Prandelli in panchina - si arrese alla Spagna di Xavi e Iniesta a Kiev (0-4). Antonio Conte ha firmato la nona qualificazione (su quindici edizioni) della nazionale alla fase finale dell’Europeo. Traguardo raggiunto con una giornata di anticipo.
FOTO - FLORENZI, CHE SHOW IN NAZIONALE!
CONTE 9 - Ha restituito forma e sostanza a una nazionale che aveva perso compattezza e credibilità dopo la deludente spedizione al Mondiale in Brasile. La vittoria in rimonta con la Norvegia, dopo la festa per la qualificazione, è lo specchio fedele dell’impronta che è riuscito a dare al gruppo.
PELLE’ 8 - E’ l’invenzione di Conte. Lo ha scelto dopo che altri allenatori italiani lo avevano sottovalutato, dimenticato o scartato. Pellè si è imposto in nazionale dopo aver segnato tanto in Olanda (con il Feyenoord) e in Inghilterra (con il Southampton). In azzurro ha realizzato quattro gol in otto presenze. Tre le reti nel girone H: due a Malta e una alla Norvegia.
BUFFON 7,5 - E’ il portiere perfetto. La sua specialità? Le parate impossibili. Ha inciso nei momenti decisivi. Senza giustificazioni la sua esclusione dalla lista dei candidati per il Pallone d’oro.
CANDREVA 7,5 - Ha fatto spesso la differenza con le sue accelerazioni e la sua maturità tattica. Geniale, ma anche concreto. Un altro pilastro. Nove presenze e due reti, entrambe nella doppia sfida con la Croazia.
FLORENZI 7,5 - Forse sarebbe stato titolare anche nella grande Olanda di Rinus Michels e Johan Cruyff, quella che fece scoprire il “calcio totale”. Difficile trovare un altro giocatore in grado di fare il terzino, il centrocampista e l’attaccante esterno con gli stessi risultati del romanista. Il gol alla Norvegia è un premio alla sua formidabile duttilità.
EDER 7,5 - Eleganza e velocità, ha trovato subito l’intesa con Pellè. Il suo ingresso in nazionale è stata una brillante intuizione di Conte. Cinque presenze e due gol (alla Bulgaria, nell’esordio in azzurro, e all’Azerbaigian, nella notte della qualificazione).
DARMIAN 7- Anche le brillanti prestazioni nella nazionale di Conte gli hanno permesso di conquistare la stima di Van Gaal e di volare al Manchester United. Sempre in campo nelle dieci partite di qualificazione.
PAROLO 7 - Grinta, pressing, benzina infinita. Si è preso un posto da titolare grazie alla sua grande regolarità.
CHIELLINI 7 - Ha una sintonia speciale con Bonucci: forza atletica e senso dell’anticipo. Ma anche qualche piccola pausa durante questa corsa verso l’Europeo.
GIOVINCO 7 - Sfruttando la sua classe, ha saputo dare un valore assoluto a ogni minuto che gli è stato concesso. Dribbling magico e invenzioni da applausi, anche partendo dalla panchina.
ZAZA 6,5 - Suo il primo gol (contro la Norvegia, il 9 settembre del 2014) in questo viaggio che ha portato l’Italia all’Europeo. Punta moderna: altruismo e orgoglio.
MARCHISIO 6,5 - E’ un altro pezzo fondamentale del motore dell’Italia. Ha garantito una spinta speciale nella prima fase, ma poi è stato penalizzato dagli infortuni.
PIRLO 6,5 - Illuminante nella prima parte delle qualificazioni all’Europeo. Più avanti ha pagato il prezzo di qualche infortunio. Nelle giornate di grazia, comunque, continua a non avere rivali.
BONUCCI 6,5 - Eleganza da leader, personalità e peso specifico, ma anche qualche ingenuità per eccessi di sicurezza, come gli è capitato in Azerbaigian.
VERRATTI 6,5 - Applicazione e saggezza tattica. Regista, ma anche mediano. Non ha le stesse caratteristiche di Pirlo, ma organizza il gioco con ordine e razionalità. Il tempo può aiutarlo a completarsi.
EL SHAARAWY 6,5 - Ha una marcia in più sulla fascia. E il 4-2-4 di Conte si sposa bene con la sua filosofia. Nel Monaco ha superato i problemi fisici avuti al Milan. E in azzurro non ha sbagliato.
IMMOBILE 6,5 - Partenza da applausi, poi ha un po’ faticato. Colpa anche della deludente avventura nel Borussia Dortmund e dei disagi che sta vivendo anche ora nel Siviglia. Panchina in Germania e in Spagna, poca visibilità e una crescita frenata.
DE ROSSI 6 - Un lavoro prezioso, a volte anche un po’ oscuro, ma che ha contribuito a dare energia all’Italia. Un gol su rigore alla Bulgaria, nella gara di ritorno.
BARZAGLI 6 - Concentrazione e regolarità: difficile che scenda sotto la sufficienza.
SIRIGU 6 - Qualche incertezza con la Bulgaria, a Sofia, quando ha giocato titolare e ha subito due gol. Bene con la Croazia, a Spalato, quando è entrato nella ripresa al posto di Buffon.
SORIANO 6 - Spirito di sacrificio e carattere, Conte lo apprezza.
DE SCIGLIO 6 - Nel Milan ha fatto registrare un’involuzione. In nazionale, con l’aiuto di Conte, ha superato gli esami.
PASQUAL 6 - Nei momenti di emergenza non ha tradito.
MONTOLIVO 5,5 - E’ tornato in azzurro contro la Norvegia, dopo l’infortunio che aveva riportato alla vigilia del Mondiale. Non ha brillato.
ASTORI 5,5 - Si sta rilanciando nella Fiorentina con l’aiuto di Paulo Sousa, ma nella Roma e in nazionale ha sofferto spesso.
BERTOLACCI 5,5 - Nel Genoa spostava gli equilibri. Il Milan lo ha pagato venti milioni di euro. Ma in rossonero, così come in nazionale, non ha ancora ingranato.
GABBIADINI 5,5 - In nazionale non ha fatto registrare il salto di qualità, ma ha i colpi giusti per consacrarsi.
RANOCCHIA 5,5 - Si è smarrito nell’Inter e ha faticato a farsi largo anche nei piani di Conte.