Le calciatrici in sciopero. De Sanctis: «Solidarietà!»

All'origine della protesta i problemi del movimento già lamentati in passato tra cui il vincolo sportivo, accordi economici pluriennali, fondo di garanzia
Le calciatrici in sciopero. De Sanctis: «Solidarietà!»© Getty Images
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ROMA - La Serie A di calcio femminile non parte. L'Aic conferma - come anticipato dall'Ansa nei giorni scorsi - lo sciopero delle giocatrici del massimo campionato «che hanno manifestato la volontà di non disputare la prima giornata di campionato» prevista il prossimo week end, visto «il mancato riscontro a quanto richiesto e concordato».

LO SCIOPERO - La decisione arriva dopo un periodo molto travagliato per il calcio femminile: l'Associazione Italiana Calciatori sottolinea, nell'annunciare lo stop, che «stante il mancato riscontro scritto a quanto richiesto e concordato nel corso della riunione del Comitato Esecutivo del 6 ottobre, le calciatrici delle squadre di Serie A hanno manifestato la volontà di non disputare la prima giornata di campionato prevista per sabato 17 e domenica 18 ottobre prossimi, astenendosi dallo svolgimento della loro attività sportiva». All'origine della protesta i problemi del movimento già lamentati in passato tra cui il vincolo sportivo, accordi economici pluriennali, fondo di garanzia. Eppure sembrava essersi aperto uno spiraglio proprio in occasione dello scorso comitato esecutivo che allontanava lo spauracchio dello sciopero. Ora però la decisione del sindacato: la serie A donne non parte.

CABRINI - «Non è il momento giusto soprattutto quando si deve iniziare un campionato che già ritarda». Così il ct della Nazionale femminile, Antonio Cabrini, commenta lo sciopero della calciatrici per la prima giornata di Serie A. «Bisogna anche un po' dividere la questione - aggiunge all'Ansa -: la federazione sta lavorando, sta investendo e credendo molto sul calcio femminile. Questo non è uno sciopero contro la federazione, ma dettato da problematiche ataviche che non si sono mai chiarite. Riguarda anche una presa di posizione verso la Lega Nazionale Dilettanti, perché poi è un problema che riguarda le squadre di club con i propri tesserati. Il presidente Tavecchio può prendere spunto da queste situazioni per chiarire certe situazioni, ma questo non era il momento giusto per indirlo. La federazione sta veramente spingendo il calcio femminile per portarlo ai livelli che merita". Cabrini confida però in un ripensamento: "Non è detto che non venga revocato all'ultimo momento. Penso che qualcosa salterà fuori in settimana». Anche perché un ritardo del campionato può influire anche sulla Nazionale, impegnata il 24 ottobre contro una Svizzera "in grande ascesa", nella seconda partita di qualificazione agli Europei. «La A sarà l'unico campionato in Europa che è così indietro - rileva - e questo va ad incidere anche sulle prestazioni e sul tipo di allenamento in vista di una partita di qualificazione europea. Arriviamo a metà ottobre e le mie ragazze non avranno ancora iniziato il campionato, è chiaro che dopo non puoi pretendere delle garanzie».

DE SANCTIS - «Ho sentito diversi compagni che militano nelle squadre di serie A e ci sentiamo in dovere di appoggiare la protesta delle calciatrici». Alle donne del calcio che scioperano arriva la solidarietà dei colleghi uomini. A esplicitarla, con una dichiarazione all'Ansa, è il consigliere federale in quota Aic, Morgan De Sanctis. «Dispiace essere arrivati a una prova di forza, ma finora sono state fatte solo promesse senza aver ottenuto nessun risultato concreto - spiega - Tutto il movimento femminile chiede risposte, ormai il vaso è colmo. Quando alcuni anni fa ci eravamo fermati in serie A, la giornata di campionato era stata rinviata. Spero possa accadere anche per le ragazze. È arrivato il momento - conclude De Sanctis - che anche in Italia ci si allinei agli altri paesi europei e mondiali, valorizzando maggiormente il movimento femminile».


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