Ci ha lasciato Vincenzo Macilletti, era l'addetto stampa di Trapattoni

Giornalista sportivo a Firenze, aveva iniziato a Tele Regione
Ci ha lasciato Vincenzo Macilletti, era l'addetto stampa di Trapattoni
Alberto Polverosi
2 min

Questa mattina, a Firenze, è morto Vincenzo Macilletti. Da anni aveva superato un tumore alla gola battendosi come un leone, ma in pochi giorni se n’è andato. Etichettarlo come collega, come giornalista sportivo, è riduttivo. Per me e per tutti quelli della mia generazione era un amico. L’ho conosciuto alla fine degli anni Settanta, quando Vincenzo aveva un negozio da parrucchiere in via Frà Giovanni Angelico. Ci andavano tutti i giocatori della Fiorentina, così era diventato un ritrovo. Vincenzo sapeva tutto di quello che accadeva dentro la squadra, era più cronista di tanti cronisti che lo facevano per mestiere. E siccome aveva una volontà incredibile, aveva deciso di rincorrere il suo sogno: diventare giornalista sportivo. Ci riuscì con Tele Regione e una trasmissione, una delle prime dell’epoca, basata sulle interviste ai giocatori che allora accettavano volentieri di sedersi nello studio televisivo di un amico. Una volta mi ha invitato con Luciano Miani, nel campionato del secondo posto, 81-82, un’altra con Glenn Hysen. Regalò a tutti i giornalisti fiorentini una videocassetta in VHS con i gol di Roberto Baggio in viola, compreso uno storico e rarissimo segnato in Coppa Italia a Licata, dove si vede vicino alla porta dei siciliani un vigile urbano, vestito di bianco e seduto su una panchina di ferro, che si mette le mani sul cappello e si alza in piedi incredulo di fronte alla prodezza di Baggino, che era un grande amico di Vincenzo.


Legato alla famiglia Cecchi Gori, soprattutto a Mario, divenne addetto stampa della Fiorentina negli anni di Trapattoni. Addetto stampa e non direttore dell’ufficio stampa o responsabile delle relazioni esterne. L’addetto stampa, come lo faceva Macilletti, era di più. E di quell’epoca è l’immagine che mi è venuta in mente quando ho saputo la brutta notizia: eravamo a Wembley, la sera di Arsenal-Fiorentina di Champions League, quella della vittoria viola con il gol di Batistuta. Vincenzo era dietro la panchina del Trap e quando l’arbitro fischiò la fine, fece un salto sui cartelloni pubblicitari e schizzò in campo, saltellando come un grillo e abbracciando Bati e il suo allenatore. Aveva vinto anche lui a Wembley.
  


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