Fabinho: Il mio Perugia da A

Tornato in campo dopo un lungo periodo per infortunio, l'esterno offensivo biancorosso può diventare l'arma letale di Bisoli. Non solo nella delicata trasferta di Ascoli. Ci spiega perché: «Cagliari favoritissimo per la promozione. Poi vedo il Cesena. Ma anche noi possiamo giocarcela».
Fabinho: Il mio Perugia da A© LaPresse
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PERUGIA - Ha segnato un gol splendido, d'istinto, che ha fissato la vittoria in una fase della partita molto delicata e poi ha festeggiato con un piatto di spaghetti alle vongole - ne è ghiottissimo - nel ristorante interno del club. Fabinho Ayres, 24 anni, ha voglia di fare grandi cose, per il Perugia e per se stesso. Tanto che, dopo quattro anni di silenzio, ha deciso anche di concedere un'intervista, lui che («Sono timido», si giustifica) non aveva mai parlato prima se non tramite il suo procuratore,  o qualche raro post su Facebook.
«Il Cagliari è la candidata numero uno alla promozione - assicura - e poi c'è il Cesena. Ma anche noi siamo forti e dobbiamo crederci fino alla fine. Il campionato è lungo e possiamo farcela a centrare gli obiettivi. Quali? La A». Lo dice senza tentennamenti o tabù. Confida: «Io sono rimasto per portare il Perugia in serie A. E ci possiamo arrivare se giochiamo con tutte le qualità che possediamo».

OBIETTIVI - Udinese, Salernitana, Modena le squadre in cui ha militato. Mai era stato così a lungo in un club come a Perugia. Dove Massimiliano Santopadre lo considera un figlioccio e dove lui si trova benissimo.
Spiega: «Ogni volta che entro al Renato Curi e guardo la Curva Nord mi vengono i brividi. E' sempre piena e sempre calorosa. Credetemi: quando gioco lo faccio per me e per la società, ma anche per loro, per i tifosi. Splendidi». É stato ed é importante Fabinho per il Perugia: 81 partite 13 gol, una montagna di assist, in questi anni. Un contributo sempre di buon livello. Poi la squalifica per la questione dei due procuratori e, all'inizio di stagione, quest'anno, un infortunio che lo ha tenuto ai margini. «Ma ora sono tornato e il gol di domenica spero sia il primo di una lunga serie... Di certo sono pronto a dare il massimo, sempre. E in qualunque posizione del campo l'allenatore voglia utilizzarmi... ».

IL RUOLO - É duttile, Fabinho. Può coprire ogni ruolo offensivo, anche se lui preferisce giocare esterno alto. Ricorda: «A parte quest'anno, mi sono divertito tanto l'anno in cui giocavamo con Ciofani e con Politano... Un grande attacco. Giocare era vero un divertimento». Per vivere ha scelto Corciano, un paese medioevale di collina alle porte di Perugia. «Il tempo lo passo con la famiglia, con mio figlio, William, che è perugino, essendo nato qui e con mia moglie. Cosa faccio nel tempo libero? Ascolto la musica brasiliana, vado al cinema (è un patito dei film d'azione, ndc), gioco con la play station, dove scelgo sempre il Barcellona o il Real Madrid... ». Non nasconde di avvertire, ogni tanto, un pizzico di saudade, per la sua terra (viene da Guarulhos, stato di San Paolo, Brasile). Però Perugia gli piace, la gente gli vuole bene, lo ferma, gli dà amichevoli pacche sulle spalle. Una città a misura d'uomo.

MISSIONE ASCOLI - Ora c'è l'Ascoli. E lui risponde deciso: «Andiamo per vincere. E dobbiamo ripeterci. Ricordo la partita che abbiamo vinto con un gol, nel finale, di Sprocati. Sembravamo il Frosinone... », sottolinea con un sorriso da guitto. La classifica non è ancora quella che sperava. «Questi 15 punti sono meno di quanto ci aspettassimo. Ma il campionato è lungo e equilibrato e noi siamo lì». Avanti tutta, insomma, con Fabinho!


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