Criscito: L'Italia mi ha dimenticato. Io no!

Il difensore dello Zenit lancia un messaggio al Ct: «Non ho mai rinunciato all'azzurro. La vicenda del calcio scommesse?Sapevo di essere innocente e così è stato. Ma non mi sono mai arreso. E' stato il periodo più brutto della mia vita, ma la mia famiglia e lo Zenit mi hanno aiutato tantissimo. Ora guardo avanti con serenità e sono motivatissimo. Dico scudetto al Napoli: con Sarri e Higuain è l'anno buono».
Criscito: L'Italia mi ha dimenticato. Io no!© ANSA
di Tullio Calzone
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SAN PIETROBURGO - «E’ stato il periodo più brutto della mia vita. Non fosse stato per la mia famiglia e per lo Zenit non avrei mai potuto farcela. Mi sono sentito solo». Mimmo Criscito è finalmente fuori dal tunnel e sereno, lo si capisce mentre parla sugli spalti del Petrovskij Stadium, l’impianto che ospita l’amichevole tra le Rappresentative di Serie B di Russia e Italia. Totalmente scagionato dall’accusa infamante di associazione mafiosa finalizzata alla truffa sportiva (avrebbe partecipato alla combine di Lazio-Genoa 4-2 del maggio 2011) di cui viene messo al corrente, senza andare per il sottile, mentre si trovava nel ritiro azzurro di Coverciano dal blitz delle forze dell’ordine, il difensore napoletano è oggi un uomo più forte. Lo scorso 9 febbraio la procura di Cremona, dopo aver chiesto una proroga di 6 mesi alle indagini, ha concluso l’inchiesta e ordinato l'archiviazione per Criscito e per altri indagati. «Una liberazione - commenta il difensore di Cercola, alla Juve dal 2004 al 2006 e poi dal gennaio del 2007 al 2008, prima di tre stagioni al Genoa e dal 2011 allo Zenit San Pietroburgo -. La fine di un incubo. Ma io mi sono sempre ritenuto innocente. Sculli? A Genova certo che avevo molti amici, come tanti giovani calciatori che in quel periodo giocavano in quella città. Anche oggi ne ho. Molti erano della Sampdoria, anzi direi che ne avevo anche di più. In questa vicenda c’era bisogno di un capro espiatorio». 

BRUTTE STORIE - Una brutta storia, ma non l’unica, perché Criscito trova il modo di rompersi in un’amichevole dello Zenit con il Siena, anche il legamento crociato di un ginocchio nell’estate del 2013, infortunio grave che lo costringerà a una lunga inattività di sei mesi. Ma non è bastato nenache questo dramma a fermarlo. «Sì, non è stato un bel momento per me, ma ne sono uscito rafforzato. Chi mi ha cercato in questo periodo? L’unica trattativa vera c’è stata realmente la scorsa estate con l’Inter. Mancini è stato l’unico a cercarmi davvero. Ci siamo anche sentiti due o tre volte. Ma poi non se n’è fatto niente. Anche perché io sto bene a San Pietroburgo. Questa è una città straordinaria, si vive benissimo e la società non mi fa mancare nulla da tutti i punti di vista. Anche dopo l’addio di Spalletti, il rapporto con il club non è cambiato assolutamente», confida il giocatore, sempre più idolo dei tifosi sanpietroburghesi dopo la trasformazione del rigore che lo scorso 12 luglio ha consentito alla compagine di proprietà della Gazprom di aggiudicarsi, dopo lo scudetto, la Supercoppa di Russia nell’anno del suo ottantesimo compleanno.

CONTE E SARRI - A punteggio pieno in Champions League e già qualificata al primo posto del Girone H, dopo la vittoria nell’ultimo turno giocato lo scorso 25 novembre contro il Valencia per 2-0, Criscito sta vivendo una nuova magnifica stagione con André Villas Boas in panchina e grazie a compagni straordinari come Witsel, Shatov e Dzyuba. Quello che manca è la Nazionale di cui ha indossato la maglia in tutte le categorie: dall’Under 21 di Casiraghi, all’Olimpica, sino alla Nazionale maggiore. Convocato da Lippi che lo fa esordire a 22 anni, sino a Prandelli che lo inserisce nella lista per l’Europeo quasi quattro anni fa, prima della clamorosa esclusione per il presunto coinvolgimento nella vicenda del calcio scommesse da cui - come detto - esce completamente pulito, Criscito non indossa l’azzurro ormai da due anni. «No, Conte non mi ha mai telefonato. Ma io non ho mai perso le speranze di tornare a giocare nell’Italia e aspetto una telefonata. Sarebbe bellissimo, anche se qui a San Pietroburgo non posso chiedere  davvero nulla di più, ma è ovvio che il mio Paese da questo punto di vista mi manchi tantissimo. Seguo tutto del nostro calcio. E faccio il tifo per il Napoli. Sono convintissimo che questa possa davvero essere la nostra grande opportunità di vincere il titolo. Sarri è bravo e Higuain unico. Io al Napoli? Mai dire mai. Ma il primo obiettivo ora resta lo scudetto. Si può vincere, guai ad arrendersi». Parola di Criscito, uno che sa come si fa!

 

 

 


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