ROMA - Curiosa la storia che arriva dalla Liga del Fútbol Profesional Boliviano (LFPB), la Serie A boliviana. Siamo a Potosí, cittadina della Bolivia famosa per la miniera d'argento e per essere una delle città più alte al mondo (4.090 metri). La sfida, valida per la seconda giornata del Torneo di Clausura, è quella tra la squadra di casa, il Real Potosí, il cui stemma e i colori sociali sono un omaggio al più famoso Real Madrid, ed il Ciclòn, squadra di San Bernardo de Tarija.
Le squadre sono pronte a scendere in campo, quando l'arbitro fa notare ai capitani che le casacche delle due formazioni sono identiche. Panico generale. L'idea geniale viene ad uno dei dirigenti della squadra ospite. Si precipita fuori dallo stadio e acquista dalle bancarelle 12 magliette taroccate dell'AS Roma. I calciatori scrivono i loro numeri con un pennarello e via, pronti a scendere in campo.
La Roma nel campionato boliviano, roba da stropicciarsi gli occhi. Ma di questi trempi, giocare a calcio con la casacca dell'As Roma non è garanzia di successo, nemmeno nel certamente non complesso campionato boliviano. Fatto sta che il malcapitato Ciclón perde la partita 4 a 0, giocando un match che le cronache locali definiscono “a senso unico”, deciso da una tripletta di Álvarez e un gol a fine partita del subentrato Pablo Pedraza. Tra l'altro, le cronache raccontano che già in passato il Ciclòn si era trovato in una situazione simile; quella volta, però, le cose erano andate nettamente meglio; la squadra di Tarija aveva vinto 3 a 2. Evidentemente, quella volta, le casacche scelte non erano quelle dell'As Roma.