Il Cagliari ha la potenza dei numeri

Primato in classifica e una media punti che spinge verso la serie A: i rossoblù non devono mollare
Il Cagliari ha la potenza dei numeri© LaPresse
Vincenzo Sardu
6 min

In genere i numeri sono difficilmente confutabili, anche se talvolta è bene ragionarci su per interpretarli nella maniera più corretta possibile. Ebbene, quelli prodotti finora dal Cagliari sono disarmanti. Indicano uno strapotere che nel campionato cadetto negli ultimi dieci anni sono stati avvicinati appena due volte. Ma c'è un campionato sul quale farò diversi riferimenti, per capire esattamente qual è la situazione attuale, e si tratta di quello disputato nel 2006 con la partecipazione di Juventus, Napoli e Genoa che conclusero la loro fatica in questo ordine ottenendo la promozione in serie A.

Comincio però dal picco massimo, ovvero dal campionato di B più difficile da vincere negli ultimi dieci anni. Credo sia stato quello del 2011/12 chiuso dal Pescara primo con 83 punti, altrettanti fatti dal Torino, la quarta classificata raggiunse i 78 punti. Se vale il principio che bisogna salire in A senza ricorrere a code di alcun tipo bisogna chiudere quindi almeno a 83 punti, dunque al Cagliari ne mancherebbero a questo punto 31. Sarebbero dieci vittorie da centrare in diciotto partite, obiettivo alla portata se si considera che finora la squadra di Massimo Rastelli ha giocato 12 volte al Sant'Elia vincendo undici gare. Nelle nove che rimangono da disputare davanti al pubblico amico è ragionevole supporre che si possa completare il percorso anche nell'ipotesi - abbastanza ardita... - di non rimediare più neanche un punto in trasferta a dispetto della media esterna che oggi vale 1,5 punti per gara, meglio ha fatto soltanto il Crotone con una media di 1,83. E logica conseguenza suggerisce che qualsiasi risultato positivo fuori casa renderà meno pressante il bisogno di fare punti in Sardegna per arrivare a quota 83  che, statistiche alla mano, varrebbe sicuramente almeno il secondo posto finale.

Il tutto, naturalmente, per calcolare la variabile minore. In realtà il Cagliari oggi con 2,16 punti a partita è avanti di oltre un decimale per gara rispetto a qualsiasi squadra vincitrice del campionato di B. Seconde in questa classifica sono il Palermo di due stagioni fa e la Juventus, appunto, nel 2006/2007. Il Cagliari, dovesse continuare di questo passo, arriverebbe a 91 punti finali, un livello record. Lo strapotere sardo è certificato anche dal numero dei gol segnati (ben 46, sette più del Crotone secondo anche in questa classifica), soltanto in una lista i rossoblù non primeggiano ed è quella dei gol subiti (22, valgono il quinto posto) ma a quanto pare il prodotto finale non ne risente, fermo restando che la ricerca della perfezione non deve mai affievolirsi.

Il riferimento che faccio al campionato con le big oggi della serie A ma allora in B, è determinato dal netto divario fra le prime tre della lista e tutte le altre. Allora la quarta in classifica, il Piacenza, rimediò 68 punti finali che mandarono diritto in A il Genoa che chiuse terzo a 78. Da più 9 in poi fra terza e quarta della classifica finale niente playoff e oggi fra Pescara e Bari - reduci dalla sfida diretta vinta dagli abruzzesi - ce ne sono sette che sulla carta il Novara potrebbe accorciare avendo fra poche ore il posticipo da giocare. Ma la tendenza è chiara anche da questo punto di vista, se le prime tre della compagnia marciano ancora a questi livelli la coda di campionato riguarderà al massimo la zona retrocessione.

Tornando al Cagliari, il ritorno al primato in classifica dopo due giornate assume un aspetto diverso rispetto a quello con il quale era stato chiuso il girone d'andata. Il tutto perché in appena tre turni, i rossoblù hanno smaltito due delle trasferte più delicate proposte dalla fase discendente del calendario. Con un bilancio tutto sommato discreto, tre punti. Nel pacchetto quindi rimangono le tappe di Bari, ma si arriverà al San Nicola probabilmente con i giochi molto ben impostati, e quella di Cesena più vicina temporalmente parlando ma che col passare delle partite non appare così ostica essendo i romagnoli lentamente scivolati verso la zona più centrale della classifica. Tutte le altre partite importanti il Cagliari le giocherà in casa: contro Pescara, Novara e Brescia, le più vicine in graduatoria al momento. Il buon rendimento interno vale più di una garanzia, ma vale anche il discorso fatto prima, ovvero più punti si fanno in trasferta e meno ne serviranno da fare in casa.

Il tutto è possibile perché l'organico è nettamente il migliore della compagnia e perché Rastelli lo sa gestire in maniera impeccabile. Basti vedere le scelte fatte ad Avellino, sia al via sia a gara in corsa. Visto che ci sono, dedico qualche riga a questa gara. Semplicemente dominata, in lungo e in largo, a prescindere dalla ingenua espulsione che ha voluto - e ottenuto - l'irpino Sbaffo. Anche in undici contro undici, anche nei pochi minuti in svantaggio, la qualità di gioco, le tante occasioni da rete costruite e le pochissime concesse, tutto ha deposto a favore del Cagliari. Arrampicarsi sugli specchi come ha fatto qualcuno tirando in ballo l'arbitraggio è davvero penoso. Un bel bagno di umiltà e riconoscere la superiorità degli avversari, probabilmente funzionerebbe meglio anche in ottica interna.

Insomma, sui numeri si può giocare poco e quelli del Cagliari sono importanti. Come pure quelli del Crotone, sia chiaro, legittimo pretendente alla serie A finora. Magari supportato più volte dalla dea bendata, ma degnissimo avversario e pienamente in lizza per uno dei due posti diretti per la serie A. Che se tutto va come è andato finora, saranno tre e senza playoff.


© RIPRODUZIONE RISERVATA