Macché anti-juventino! Elogio di Cerqueti, telecronista da Mondiale

Il giornalista della Rai è uno dei migliori commentatori in circolazione. E’ stato offeso, senza se e senza ma. Un autogol del genere, da Marchisio non ce l'aspettavamo
Coppa Italia, Inter-Juventus: scintille tra Perisic e Cuadrado
Xavier Jacobelli
3 min

ROMA - Non so voi, ma, francamente, non ne posso più della deriva tifoidea che ammorba troppi settori del calcio italiano, che tutto legge e tutto vede solo e soltanto con le lenti cromatizzate dai colori sociali, nell’universo dei social dove ruggiscono i leoni da tastiera. Per molti dei quali, il rapporto con l’italiano è lo stesso intrattenuto con il congiuntivo, erroneamente ritenuto una malattia dell’occhio. Sono gli stessi leoni da tastiera che, non appena l’occasione si presenta loro, convolano a nozze con gli insulti e gli improperi, immemori di come la Cassazione, non più tardi di due giorni fa, abbia ricordato che le contumelie e le inciviltà sul web siano reati.

SIAMO MESSI MALE - L’ultima, inopinata opportunità, è stata involontariamente offerta addirittura da Claudio Marchisio, pilastro della Juve e della Nazionale, delle quali diventerà un giorno il capitano, 30 anni compiuti il 19 gennaio, entrato nel vivaio bianconero quando ne aveva sette, professionista di altissimo livello e signore autentico. Siamo messi davvero male se uno del suo calibro, seguendo la telecronaca di Inter-Juve su Rai Uno, curata da Gianni Cerqueti, sbotta con il tweet che parla di "telecronaca fatta da un non vedente", affermazione condita da quattro punti esclamativi.

LE SCUSE AI NON VEDENTI - Marchisio, nel primo pomeriggio s’è scusato con i ciechi, non con Cerqueti e ha sbagliato un’altra volta. Cerqueti non ha certo bisogno di un avvocato d’ufficio, ma, vivaddio, quando ci vuole, ci vuole. Cerqueti è uno dei migliori giornalisti di Raisport nonché uno dei più bravi telecronisti in circolazione. Uno da mondiale che il mondiale lo vince sempre, ogni volta che va in onda, tanto conclamate sono la sua bravura e la sua professionalità. Tacciarlo di anti-juventinismo - non l’ha fatto Marchisio, l’hanno immediatamente fatto gli zelanti zeloti che vedono la realtà in bianco e nero - esporlo al pubblico ludibrio offendendone la serietà, la certosina preparazione tecnica e lessicale che ne contraddistinguono l’intera carriera, significa offenderlo, senza se e senza ma. E, per quanto causato "dalla “concezione del momento”, un autogol del genere, da un campione a nome Claudio Marchisio non ce l’aspettavamo proprio.

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