L'ultimo grido di Giovinco, segna e "accende la moto"

Nuova esultanza per l'attaccante del Toronto: dopo il gol simula un giro in motorino. Dal ciuccio di Totti all'aeroplanino di Montella, la gioia per una rete accende la fantasia dei bomber
L'ultimo grido di Giovinco, segna e "accende la moto"© AP
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ROMA - Hanno gioito dopo un gol in tanti modi. C’è chi ha suonato il violino, chi ha stretto tra i denti un ciuccio e chi ha simulato il gesto della mitraglia per dire che ha fatto fuori gli avversari con le proprie giocate. Tante esultanze che hanno un loro significato simbolico, ma che manifestano la gioia per una rete messa a segno. Adesso ne arriva una nuova dal Canada. E ad averla ideata è stato un attaccante italiano: Sebastian Giovinco. L’ex juventino simula di andare in motorino. 

L’ESULTANZA DI GIOVINCO - Nella prima giornata della MLS, l'attaccante italiano ha segnato il gol del vantaggio su rigore, preso un palo e fornito l'assist per il 2-0 in contropiede con cui il suo Toronto ha espugnato il campo dei New York Red Bulls. L’esito della sua brillante performance è racchiuso nell’esultanza che simula un giro sul motorino. Come a voler dire che per lui è stata una passeggiata segnare e, poi, vincere la partita.

ESULTANZE STORICHE -  La storia del calcio e il campionato italiano presentano tantissimi episodi di esultanze bizzarre.

Negli anni '90 l'esultanza-mitraglia di Gabriel Omar Batistuta ha infervorato i tifosi della Fiorentina. Ogni suo gol era un proiettile che metteva ko gli avversari. E in 10 anni in maglia viola ne ha "sparati" 168. Il capitano della Roma, Francesco Totti, invece ha manifestato in maniera diversa la sua gioia per un gol in periodi differenti. E così ha simulato il ciuccio in bocca, un gesto dedicato alla moglie Ilary, o un selfie all'Olimpico. Da Palermo, a Verona, passando per Firenze, Luca Toni è rimasto fedele alla sua esultanza: un movimento della mano attorno all'orecchio. Un modo per spiegare che ha disorientato gli avversari con le sue giocate. Fedele al suo gesto simbolo anche Vincenzo Montella, dalla Sampdoria alla Roma, il suo "aeroplanino" è sempre decollato. Allo stesso modo Alberto Gilardino non ha mai smesso di suonare il suo violino. Ha trasposto dal wrestling al calcio la sua esultanza Fabrizio Miccoli, che ha imitando lo 'You can't see me', il gesto tipico di John Cena. Una freccia scagliata ogni rete realizzata: è sempre stata questa la logica di Emanuele Calaiò, che è diventato "l'arciere" per via della sua esultanza. Altre volte non solo i singoli calciatori, ma tutti i giocatori della squadra hanno manifestato allo stesso modo con una particolare esultanza la gioia per un gol, esito di un lavoro corale del gruppo. E così nacque il trenino del Bari, allenato da Giuseppe Materazzi.

 


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